Statali, uno su dieci è precario: il numero dei dipendenti pubblici ai minimi da dieci anni

Sabato 17 Agosto 2019
Statali, uno su dieci è precario: il numero dei dipendenti pubblici sceso ai minimi da dieci anni
Nella Pubblica amministrazione un lavoratore su dieci è precario. Se il numero di quanti hanno un posto fisso scende, toccando nel 2017 i minimi da almeno dieci anni, quanti sono ingaggiati con un rapporto di lavoro a tempo o flessibile, che dir si voglia, risultano invece in crescita. Le tabelle messe a punto dalla Ragioneria generale dello Stato parlano chiaro.

I dipendenti pubblici sono 3,3 milioni, ma l'11,2% di loro, un plotone di 340 mila unità, non è stabile. Cifra quest'ultima in aumento dell'8,8% nel giro di un anno. Una piaga quella del precariato pubblico che è finita anche sotto l'esame della commissione Ue. A fine luglio, infatti, Bruxelles ha aperto sul punto una procedura d'infrazione contro l'Italia. L'allarme risuona soprattutto per la scuola, dove si attende la stabilizzazione di 55 mila persone, e per la sanità, che stando sempre ai dati dell'Rgs, non ha mai avuto così tanti precari (oltre 45 mila nel 2017).

Questa la situazione alla vigilia di un esodo che sembra destinato a svuotare gli uffici pubblici, inclusi classi e ospedali, a partire già da quest'anno. Sono infatti 250 mila le uscite stimate per il 2019. Ma si parla di mezzo milione per i prossimi anni. Ad agosto intanto anche per gli statali è partita Quota 100. Dai dati in possesso dell'Inps i pensionamenti anticipati a decorrere da questo mese si attesterebbero a 11 mila (9.000 già liquidate più altre 2.000 circa in uscita). A settembre il vero fuggifuggi, quando si apriranno le porte anche per gli insegnati.

A fine anno il turnover si sbloccherà, con la possibilità di rimpiazzare tutte le uscite con nuovi ingressi anche nella amministrazioni centrali. Ma potrebbe non bastare. I sindacati da tempo lo sostengono, chiedendo un «piano straordinario di assunzioni». La Fp Cgil definisce «destabilizzante» la situazione che si sta concretizzando, con «reparti di ospedali che sono costretti a chiudere e scuole dell'infanzia che a settembre non riapriranno». In autunno di certo i sindacati faranno sentire la loro voce, rivendicando il rinnovo del contratto a copertura degli anni 2019-2021 per tutti i dipendenti pubblici, con relativi stanziamenti in legge di Bilancio.

Le ultime cifre offerte dalla Ragioneria si riferiscono al 2017 e ancora non tengono conto dell'ultimo rinnovo, quello relativo al triennio 2016-2018. Al netto di quella tornata, che ha messo in tasca aumenti di 85 euro mensili a ciascuno, lo stipendio annuo medio di in travet è risultato pari al 34.491.

Spiccano la presidenza del Consiglio con 64.611, le Autorità indipendenti con 91.259 e il personale cosiddetto non contrattualizzato, in particolare i magistrati (137.294). In fondo invece la scuola (28.440), le Regioni e le autonomie locali (28.632) e i ministeri (30.140). Il costo totale è di 160 miliardi, pressoché stabile (+0,2%) rispetto all'anno prima, ma ridotto di circa 12 miliardi a confronto con il picco che risale al 2009. Un 'gap' notevole che gli ultimi rialzi avranno colmato per circa metà. Bisognerà vedere allora cosa accadrà con la prossima manovra. Tenendo conto che altri soldi potranno essere caricati nel 2021.

 
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