Pnrr modificato, via libera dell'Ue: i fondi salgono a 194 miliardi. Meloni: «Fieri del nostro lavoro, spenderemo tutto»

Il piano rivisto per la ripresa e la resilienza comprende 145 misure nuove o modificate, che mirano a rafforzare le riforme chiave in settori come la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza

Venerdì 24 Novembre 2023
Pnrr modificato, via libera dell'Ue: i fondi salgono a 194 miliardi. Ecco cosa cambia

La Commissione Europea ha valutato positivamente il Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) modificato dell'Italia, che include un capitolo RePowerEU. Il piano ha ora un valore di 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni) e copre 66 riforme, sette in più rispetto al piano originale, e 150 investimenti.

Lo ha annunciato l'esecutivo europeo.

Il capitolo RePowerEu dell'Italia consiste in cinque nuove riforme, cinque investimenti potenziati basati su misure esistenti e 12 nuovi investimenti per realizzare l'obiettivo del piano, che è rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi prima del 2030. Le misure, spiega la Commissione, si concentrano sul rafforzamento della trasmissione della distribuzione di energia elettrica, sulla sicurezza energetica e sull'accelerazione nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

Ci sono anche misure volte a ridurre la domanda di energia, ad aumentare l'efficienza energetica, a creare e rafforzare le competenze necessarie per la transizione verde, e a promuovere il trasporto sostenibile. Il piano rivisto per la ripresa e la resilienza comprende 145 misure nuove o modificate, che mirano a rafforzare le riforme chiave in settori come la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza. Una serie di investimenti nuovi o potenziati mirano a promuovere la competitività e la resilienza dell'Italia, nonché a promuovere la transizione verde e digitale: riguardano settori come l'energia rinnovabile, le catene di approvvigionamento verdi e le ferrovie.

Le modifiche

Le modifiche apportate dall'Italia al piano originario si basano sulla necessità di tenere conto di circostanze oggettive che ostacolano la realizzazione di determinati investimenti, come l'elevata inflazione registrata nel 2022 e nel 2023, le interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla guerra in Ucraina e la disponibilità di alternative migliori per raggiungere l'obiettivo di determinati investimenti. La lieve revisione al rialzo della dotazione massima di sovvenzioni dalla Recovery and Resilience Facility, da 68,9 miliardi di euro a 69 miliardi di euro, a seguito dell'aggiornamento di giugno 2022 della chiave di assegnazione, riflette il risultato economico comparativamente peggiore dell'Italia nel 2020 e nel 2021, rispetto a quanto inizialmente previsto.

Il piano modificato, sottolinea la Commissione, pone una forte attenzione alla transizione verde, assegnando il 39,5% dei fondi disponibili a misure che sostengono gli obiettivi climatici (rispetto al 37,5% del piano originale). Le nuove riforme e i nuovi investimenti inclusi nel capitolo RePowerEu, secondo l'esecutivo Ue, contribuiscono «in modo significativo» alla dimensione verde del piano.

Le riforme accelereranno la diffusione delle energie rinnovabili mediante procedure di autorizzazione semplificate, ridurranno i sussidi dannosi per l'ambiente, faciliteranno la produzione di biometano e favoriranno la formazione delle competenze necessarie per la transizione verde.

Le riforme sono integrate da una serie di investimenti nuovi o potenziati, finalizzati ad aumentare l'efficienza, l'affidabilità e la sicurezza della rete elettrica, aumentare la produzione di idrogeno e rafforzare la flotta ferroviaria e di autobus a zero emissioni. Altri investimenti includono il sostegno alle aziende private per migliorare l'efficienza energetica del loro processo produttivo.

Meloni: «Altri 21 miliardi per la crescita»

Il governo mette a disposizione «della crescita economica» italiana «altri 21 miliardi di euro», in pratica «una seconda manovra economica». Lo ha detto secondo quanto si apprende la premier Giorgia Meloni alle associazioni datoriali nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi spiegando che molte delle misure indirizzate alla crescita, alle infrastrutture e al sostegno del tessuto produttivo «sono state contemplate negli interventi riformulati del Pnrr» e non nella Legge di Bilancio che è «per forza di cose seria, responsabile». Si tratta di risorse «frutto della rimodulazione del piano in una ottica di efficientamento».

Alcuni progetti «irrealizzabili o non ammissibili» sono stati modificati e alcuni progetti in particolare degli enti locali, che rischiavano di non essere realizzati nei tempi, saranno finanziati tramite gli altri programmi europei e nazionali invece che con il Pnrr che ha tempistiche «molto più stringenti».

La premier ha concluso: «Oggi abbiamo la conferma di aver fatto un lavoro di cui il governo può essere molto fiero. Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso che avremmo fatto, siamo scesi nel concreto, abbiamo verificato le criticità e le abbiamo superate, abbiamo fatto in modo che tutti i soldi del Pnrr venissero spesi nei tempi e quindi abbiamo concentrato le risorse sulla crescita e la modernizzazione della nazione e mi pare che il risultato, sul quale in pochi scommettevano, dice che non era una scelta sbagliata».

Lollobrigida: «Raddoppiati i fondi per l'agricoltura»

«Oggi annunceremo che abbiamo raddoppiato i fondi del Pnrr per l'agricoltura passando da 3,6 miliardi a praticamente il doppio, sull'agrisolare e sulle filiere di produzione che garantiscono questi prodotti. Sarà una notizia molto rilevante che va incontro all'interesse del mondo dell'associazionismo, del territorio e dell'offerta anche a disposizione del turismo». Lo dice il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida intervendo al forum internazionale del turismo di Baveno sul Lago Maggiore.

Ultimo aggiornamento: 18:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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