Pensioni, gli aumenti annunciati per il 2024: dalla pensione minima a quella per l'invalidità per chi cresce l'importo (calcolando l'inflazione)

Aumento delle pensioni, nel 2024 più soldi sugli assegni, comprese le pensioni d’invalidità

Giovedì 25 Maggio 2023
Pensioni, quali sono gli aumenti annunciati per il 2024: dalle pensione minime a quelle per l'invalidità grazie alla riforma fiscale

A seguito della riforma fiscale, arrivano novità per le pensioni. Sono stati annunciati nuovi aumenti nel 2024, alcuni sono già previsti dalla legge, mentre per altri serviranno delle norme ad hoc. Il governo Meloni si è comunque preso l’impegno, assicurando che farà il possibile per riconoscere ai pensionati gli aumenti di cui meritano.

Se da una parte l’inflazione garantirà una cospicua rivalutazione di tutti gli assegni, dall’altra il governo si sta muovendo per alzare l’asticella sulle pensioni minime, includendo questa volta anche le pensioni d’invalidità.

E a tutto questo va aggiunta la riforma fiscale che grazie a una revisione dell’Irpef garantirà aumenti - più o meno cospicui - a gran parte dei pensionati.

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Le pensioni, quindi, dovrebbero beneficiare di un nuovo aumento già a inizio 2024, a fronte di un importo che potrebbe adeguarsi sempre più al costo della vita. A tal proposito, vediamo quali sono le ragioni che possono portare a un incremento degli assegni tra qualche mese, provando a farci un’idea delle cifre. 

Rivalutazione delle pensioni

La prima ragione che comporterà un aumento di tutte le pensioni, comprese quelle d’invalidità come pure le prestazioni assistenziali come l’assegno sociale, è la rivalutazione degli assegni in programma ogni inizio anno, operazione con cui gli importi verranno adeguati al costo della vita.

Secondo le stime del Def, a fine anno verrà registrato un tasso d’inflazione medio per il 2023 pari al 5,4%: ciò significa, ad esempio, che una pensione di 1.000 euro godrebbe di un aumento di 54 euro, mentre per una di 1.500 euro l’incremento sarebbe pari a 81 euro. Va detto, però, che anche per il 2024 verrà applicata la rivalutazione “parziale”, come introdotta dalla legge di Bilancio 2023, per le pensioni che superano di 4 volte il trattamento minimo, quindi circa 2.100 euro. In tal caso, quindi, il tasso di rivalutazione non verrà applicato per intero ma per una percentuale che va dall’85% al 32% a seconda dell’importo della pensione.

 

A questo aumento, che tuttavia è ancora da definire visto che il tasso medio d’inflazione potrebbe anche variare, se ne aggiunge un altro già programmato: si tratta del conguaglio della rivalutazione già effettuata a inizio 2023, con il quale verrà riconosciuta sugli assegni la differenza tra il tasso provvisorio (applicato dall’Inps per adeguare le pensioni al costo della vita) e quello definitivo. Una differenza dello 0,8%, che si riduce per gli assegni d’importo superiore a 4 volte il trattamento minimo, con tanto di pagamento degli arretrati per tutte le tredici mensilità del 2023. Ne risulteranno i seguenti importi (prendiamo come esempio la fascia che va da 1000 a 2500 euro):

1000 euro

PENSIONE LORDA MENSILE DICEMBRE 2022: 1.000€ 

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2023: 1.073€

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2024: 1.081€

ARRETRATI LORDI: 104€  ARRETRATI NETTI: 73€

1500 euro

PENSIONE LORDA MENSILE DICEMBRE 2022: 1.500 €

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2023: 1.609 €

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2024: 1.621€

ARRETRATI LORDI: 156€  

ARRETRATI NETTI: 107€

2000 euro

PENSIONE LORDA MENSILE DICEMBRE 2022: 2.000 €

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2023: 2.146 €

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2024: 2.162 €

ARRETRATI LORDI: 208 €  

ARRETRATI NETTI: 135 €

2500 euro

PENSIONE LORDA MENSILE DICEMBRE 2022: 2.500 €

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2023: 2.655 €

PENSIONE LORDA MENSILE GENNAIO 2024: 2.672 €

ARRETRATI LORDI: 221 €  

ARRETRATI NETTI: 137 €

Aumento pensioni minime e pensioni d’invalidità

L’intenzione è di intervenire ancora sulle pensioni minime - ossia quelle d’importo pari o inferiore a 563,74 euro - così da proseguire sulla strada tracciata dall’ultima legge di Bilancio con la quale è stato riconosciuto per questi assegni un aumento straordinario dell’1,5% per il 2023 (e del 6,4% per coloro che hanno più di 75 anni), che nel 2024 salirà al 2,7%.  

Ma appunto, non è da escludere che al 2,7% - con una differenza quindi dell’1,2% e un aumento massimo di 6,76 euro - si possa arrivare con qualche mese di anticipo, già in autunno.

E inoltre, per il 2024 si farà in modo che a beneficiare dell’aumento aggiuntivo possano essere anche le pensioni d’invalidità, fino a oggi escluse dalla rivalutazione straordinaria.  

Riforma fiscale

L’ultima ragione che garantirà un aumento delle pensioni riguarda la riforma fiscale sulla quale già in queste settimane il governo sta lavorando alacremente con l’obiettivo di trovare una quadra che soddisfi tutti.

Con la riforma fiscale verranno riviste le aliquote Irpef e ciò dovrebbe portare a un taglio delle imposte sui redditi, con vantaggi anche sulla pensione netta. Per il momento non è ancora chiaro come le aliquote verranno riviste: quel che è certo è che si passerà da quattro a tre scaglioni di reddito.

Tra le ipotesi c’è quella che prevede l’accorpamento della prima e della seconda fascia di reddito, con un’aliquota del 23% fino ai 28 mila euro di reddito. Il che garantirebbe un aumento - netto - della pensione da 20 a 260 euro l’anno.

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