Pensione, alzare l'età mette un freno alla natalità: lo studio di Bankitalia

In Italia, Spagna e Grecia nonni decisivi per le famiglie

Lunedì 7 Agosto 2023 di Luca Cifoni
Pensione, alzare l'età mette un freno alla natalità: lo studio di Bankitalia

Età della pensione più alta, meno neonati.

Nei Paesi mediterranei dell'Europa, a differenza di quelli continentali e di quelli nordici, la disponibilità di tempo dei potenziali nonni condiziona favorevolmente la scelta delle coppie di avere un figlio. E dunque le riforme che nel corso degli anni hanno spostato in avanti il momento dell'uscita dal lavoro avrebbero contribuito al calo della natalità che si è registrato in quei Paesi. È questa la tesi di fondo di uno studio della Banca d'Italia uscito nei giorni scorsi, che per dimostrarla usa dati relativi a 11 Paesi per il periodo 2004-2018. Si tratta di una conseguenza non voluta e per certi aspetti paradossale delle normative adottate negli ultimi anni, che avevano l'obiettivo di reagire all'invecchiamento della popolazione adattando i sistemi pensionistici e che invece - in questo modo - avrebbero l'effetto di accentuarlo nel medio-lungo periodo. Il problema della denatalità tocca da vicino quasi tutto il Vecchio Continente, ma con intensità diversa: Italia e Spagna sono i Paesi in cui si è manifestato in modo più vistoso negli ultimi anni.

I tre gruppi

La ricerca, il cui autore è Edoardo Frattola, fa parte della collana "Temi di discussione" di Via Nazionale. L'analisi riguarda 11 Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera. Grecia, Italia e Spagna sono quelli mediterranei, Danimarca e Svezia i nordici, gli altri sono continentali. Si tratta di una suddivisione non solo geografica, ma che tiene conto anche del funzionamento dei servizi sociali e del ruolo della famiglia. L'area nordica è caratterizzata da un forte supporto dello Stato sociale nei confronti delle famiglie con figli e da coppie che si dividono in modo piuttosto equo i lavori di cura. In quella mediterranea al contrario le politiche familiari sono più frammentate e di solito meno generose, mentre sono storicamente forti i legami di solidarietà familiare anche tra le diverse generazioni. I continentali si collocano in qualche modo a metà strada soprattutto per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie.


Le conclusioni, che sfruttano una vasta mole di dati, sono le seguenti: il pensionamento dei genitori influisce sul momento in cui le coppie decidono di avere figli, ma solo nell'area mediterranea. Più nel dettaglio, in questi Paesi la probabilità di nascita dei nipoti fa un balzo significativo proprio due anni dopo il momento in cui i futuri nonni maturano il diritto alla pensione. Questa variazione è invece molto più debole o statisticamente quasi nulla nelle altre due aree. A conferma che il fattore determinante è la "supplenza" dei pensionandi nella cura dei bambini emergono anche altri dati: un'analisi più dettagliata dimostra che l'aumento della probabilità delle nascite dipende proprio dalla potenziale disponibilità dei nonni, ovvero dal fatto che questi sono in buona salute e vivono nelle vicinanze dei figli.

 

Le politiche

Se c'è una relazione tra uscita dal mondo del lavoro dei nonni e nascita dei nipoti, allora è ragionevole fare un passo ulteriore e ipotizzare che l'incremento dell'età pensionabile perseguito dai vari governi a partire almeno dall'inizio del secolo possa ritardare le scelte delle coppie e per questa via influire negativamente sui tassi di fecondità nell'Europa del Sud. Ma nei Paesi interessati non sembrano al momento immaginabili politiche di segno opposto (ovvero un allentamento dei requisiti per la pensione), se non altro per i contraccolpi sulle finanze pubbliche. Allora quali scelte dovrebbero fare i governi per provare a invertire la tendenza negativa delle natalità? L'autore dello studio osserva che il miglioramento dei servizi per l'infanzia (come ad esempio gli asili nido) potrebbe avere un effetto positivo nel caso l'elemento decisivo fosse proprio la debolezza di queste strutture. Ma se invece la forza dei fattori culturali e familiari fosse tale da risultare comunque decisiva, allora anche uno sforzo di questo tipo rischierebbe di essere insufficiente.

 

Gli interventi

In Italia l'attuale fase di calo delle nascite è iniziata nel 2008, dopo un relativo recupero dai minimi toccati già alla metà degli anni Novanta. Le riforme delle pensioni sono invece in corso da almeno un trentennio e in questo arco di tempo e si sono succedute a distanza di pochi anni: prima la riforma Amato del 1992 che ha influito soprattutto sui meccanismi di calcolo degli assegni, poi la legge Dini del 1995 che ha introdotto il sistema contributivo, quindi le norme del 2004 e la legge Fornero del 2011 che hanno inciso in maniera più significativa sull'età pensionabile. Negli ultimi anni c'è stato qualche aggiustamento in senso contrario, con l'introduzione di deroghe: la più nota è Quota 100 in vigore tra il 2019 e il 2021.
 

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