Irpef, parte la riforma: seconda aliquota giù. Agli statali 3 miliardi. In Manovra anche la conferma del taglio del cuneo e gli aiuti per il secondo figlio

Giovedì 28 Settembre 2023 di Luca Cifoni
Irpef, parte la riforma: seconda aliquota giù. Agli statali 3 miliardi. In Manovra anche la conferma del taglio del cuneo e gli aiuti per il secondo figlio

Ci sarà anche una prima riduzione dell'Irpef nella prossima manovra, insieme alla conferma del taglio del cuneo fiscale, a misure specifiche a favore delle famiglie e al finanziamento (almeno 3 miliardi dei rinnovi contrattuali.

Il quadro macroeconomico e di finanza pubblica conferma gli stretti margini di movimento per la legge di Bilancio attesa tra poco meno di un mese; il governo intende sfruttarli, secondo quanto emerso nella serata di ieri «con un'impostazione di bilancio seria e di buon senso». La dote a disposizione parte dal maggior deficit per il 2024, che libera 14 miliardi ai quali si aggiungeranno i proventi della revisione della spesa (che salgono a ben due miliardi) e di ulteriori somme recuperate sul lato delle entrate.

GLI STIPENDI
Ormai quasi scontata è la riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori: sette punti per quelli che hanno un reddito fino a 25 mila euro l'anno, sette per quelli che si trovano tra questo importo e i 35 mila euro. Se l'esecutivo non confermasse questo intervento, in vigore fino al 31 dicembre, gli stipendi degli interessati avrebbero un vistoso ridimensionamento a partire dal prossimo mese di gennaio. Meno ovvia, in questo contesto complicato, era la scelta di far scattare le novità sull'Irpef, pensate per accompagnare la mossa sul cuneo fiscale dei dipendenti, ma destinate in realtà ad una platea ben più ampia, quasi 24 milioni di contribuenti. Si tratta dell'accorpamento degli attuali primi due scaglioni: oggi l'aliquota è del 23 per cento fino a 15 mila euro di reddito annuale, mentre il prelievo sale al 25 per cento tra 15 mila e 28 mila euro. I due punti in meno in questa fascia producono un beneficio massimo di 260 euro l'anno, che toccherà naturalmente oltre ai dipendenti anche pensionati e lavoratori autonomi. Resta invece invariata l'imposta annuale per coloro che guadagnano meno di 15 mila euro l'anno e dunque non sono coinvolti in questa variazione.
Un altro capitolo che il governo ritiene prioritario è quello che ha al centro le famiglie con figli. Oltre ad essere beneficiarie delle altre misure per i propri redditi da lavoro, incasseranno un rafforzamento dell'attuale assegno unico e universale. L'incremento riguarderebbe in particolare il secondo figlio, con l'obiettivo (estremamente ambizioso, date le tendenze in atto) di arrestare il calo della natalità. Altre risorse andranno al rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici per il triennio 2022-24, con priorità al settore sanitario. Nel complesso lo stanziamento dovrebbe attestarsi al di sopra dei 3 miliardi.


IL CALENDARIO
Si tratterà dunque di una manovra essenzialmente in deficit. I quattordici miliardi di scarto tra il disavanzo tendenziale e quello programmatica corrispondono al "costo" dell'intervento sul cuneo e di quello sull'Irpef. Le risorse per il sostegno alla famiglia dovrebbero arrivare almeno in parte dai risparmi già verificati rispetto agli attuali stanziamenti per l'Assegno unico e universale. Altri fondi potrebbero essere recuperati dall'avvio della razionalizzazione delle varie agevolazioni fiscali. Nel conto della manovra, in senso stretto, non dovrebbero entrare i proventi della tassa sugli extra-profitti, sulla quale Giancarlo Giorgetti ha confermato la linea di prudenza già indicata originariamente. Si tratta di entrate straordinarie che si aggiungono a quelle derivanti dalle privatizzazioni, che avrebbero una portata pluriennale pari a circa un punto di Pil (più o meno 20 miliardi). Ma il calendario preciso sarà definito solo in un momento successivo.

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