MILANO Il Parlamento accende un faro sulla partita Generali, multinazionale italiana con un potenziale non adeguatamente espresso, un tempo snodo cruciale di un capitalismo di relazione che Mediobanca non ha saputo innovare come invece avrebbe potuto.
MOSSE FUTURE
L’indagine del Parlamento parte dalla richiesta di una «puntuale descrizione della tempistica e delle attività svolte da parte del cda uscente», si legge nella lettera, «che hanno portato alla presentazione» della lista del board uscente. Di fatto, la Commissione chiede conto al capo azienda in scadenza di fare un bilancio di quanto è stato fatto, dal momento che il confronto vorrà incentrarsi sulle «principali evidenze, su base annua e relative all’ultimo triennio, sull’andamento della situazione economico-finanziaria e patrimoniale, ivi compresi i dividendi distribuiti» dalle Generali. L’attenzione è focalizzata sulla gestione uscente, visto che si richiede «la descrizione dell’andamento delle quotazioni dei titoli Generali su base mensile e relative all’ultimo triennio, ivi compresa il livello dei prezzi massimo e minino, del prezzo di riferimento, dei volumi di negoziazione e della relativa volatilità». Sotto osservazione è la gestione attuale che si ricandida per altri tre anni: viene chiesto di anticipare le mosse future con la «descrizione e prevedibile tempistica in termini di operatività, di aree di business e di posizionamento strategico di Generali, tenuto anche conto che lo scorso 15 dicembre 2021 è stato presentato il nuovo Piano 2021-2024». Per comprendere bene le prospettive, la lettera della Commissione si spinge a voler mettere «in evidenza gli obiettivi in termini di dividendi distribuibili nonché le eventuali scelte strategiche relative a processi di crescita per linee interne o per linee esterne, nonché di possibili cessioni di attività, partecipazioni o altro». Quindi si arriva a voler monitorare le strategie future.
Non poteva il Parlamento non mettere sotto osservazione le «attività di governance e azionarie che hanno portato nel settembre 2021 alla sottoscrizione del patto di consultazione su Generali da parte di società riconducibili a Francesco Gaetano Caltagirone, Delfin e Fondazione Crt da cui di recente Caltagirone ha comunicato il recesso unilaterale ».
CHIARIMENTI NECESSARI
Ancor più, si chiede di conoscere nel merito alcune decisioni molto recenti, come «le motivazioni e le valutazioni di competenza che hanno condotto Generali a sospendere con effetto immediato e fino a ulteriore avviso Luciano Cirinà, Austria & ACEE Regional Officer» nonché «i chiarimenti su recenti rumors di stampa circa la notizia che Assicurazioni Generali non avrebbe concesso l’aspettativa dalla carica presentata dallo stesso Cirinà». Il top manager è candidato amministratore delegato della lista Caltagirone, di cui Claudio Costamagna è candidato presidente. Donnet dovrà riferire anche sulle «interlocuzioni avute con le autorità di vigilanza» sui «principali profili di attenzione» riguardo alle «dinamiche governance e azionarie». Infine, la Commissione chiede conto delle novità introdotte dalla Riforma sul Risparmio, sulle «modalità di elezione degli organi, tra cui la facoltà prevista in statuto, di presentazione da parte del consiglio uscente, di una lista del cda».