Fringe benefit, affitto e mutuo prima casa: l'azienda paga fino a 2mila euro al mese per dipendenti con i figli

Circolare dell'Agenzia delle Entrate: la cifra massima erogabile sarà di 2mila euro al mese

Sabato 9 Marzo 2024 di Andrea Bassi
Fringe benefit, affitto e mutuo prima casa: l'azienda paga fino a 2mila euro al mese per dipendenti con i figli

I datori di lavoro potranno “premiare” i propri dipendenti pagando qualche rata di interessi del mutuo sulla prima casa, o anche qualche mensilità di affitto. E questi benefit saranno completamente esentasse se rispetteranno il limite dei mille euro per i lavoratori senza figli a carico e i duemila euro per coloro che, invece, i figli li hanno.

Pensioni aprile 2024, ecco aumenti e arretrati: calendario, cedolino e quando vengono pagate. Importi e simulazioni

La norma in realtà, era già stata inserita nella manovra di Bilancio approvata a dicembre scorso, ma adesso sono arrivate le indicazioni operative da parte dell’Agenzia delle Entrate. 

Benefit, la circolare delle Entrate

La misura, insomma, può ufficialmente partire.

Oltre agli interessi sul mutuo e agli affitti, i datori di lavoro potranno rimborsare anche le bollette elettriche o quelle del gas. Sempre fino a concorrenza degli importi massimi. Su questo punto, la circolare del Fisco è molto chiara. Se il rimborso sfora il massimale dei mille o dei duemila euro, le tasse si pagheranno non soltanto sulla parte eccedente del benefit, ma su tutta la somma erogata. Un’altra importante precisazione riguarda la nozione esatta di prima casa per i premi che coprono sia gli interessi del mutuo che eventualmente l’affitto. Il Fisco precisa che per «prima casa» si debba intendere l’abitazione principale. 

Si tratta dunque, della casa posseduta dal dipendente, dal coniuge o da un altro familiare, nel quale il dipendente e la sua famiglia dimorano abitualmente e ne sostengono le relative spese. Dunque, le spese di affitto o gli interessi sul mutuo, possono essere rimborsati solo per l’abitazione nella quale il dipendente vive normalmente. C’è poi un altra avvertenza del Fisco riguardo alle spese della casa che vengono rimborsate dal datore di lavoro. Su queste spese il contribuente non potrà beneficiare di altre agevolazioni. Cosa significa? Per esempio che gli interessi sul mutuo rimborsati dal datore di lavoro, per esempio, non potranno essere detratti dal reddito nel 730. 


La circolare dell’Agenzia delle Entrate interviene anche sulla tassazione dei premi di risultato. La legge di Bilancio, anche in questo caso, prevede per quest’anno la riduzione dell’aliquota sui premi (diversi dai benefit) dal 10 per cento al 5 per cento. Un taglio dell’aliquota che si applica anche alla partecipazione dei dipendenti agli utili d’impresa. 


IL PASSAGGIO
L’imposta sostitutiva, ricorda la circolare del Fisco, si applica fino ad un importo di 3 mila euro lordi al premio in denaro erogato ai lavoratori dipendenti del settore privato e che, nell’anno precedente, abbiano dichiarato un reddito massimo di 80 mila euro. La circolare infine, disciplina una novità assoluta: la possibilità per i datori di pagare i premi riscattando fino a 5 anni di contributi dei dipendenti di periodi non lavorati. Si tratta di una norma per tappare i cosiddetti “buchi” contributivi e permettere ai dipendenti magari di anticipare di qualche anno la pensione. I contributi che possono essere riscattati devono essere ricompresi nel periodo che va dal primo versamento all’Inps del lavoratore precedente all’entrata in vigore della scorsa legge di bilancio, fino ad oggi. All’azienda viene dato il vantaggio di dedurre dal proprio reddito il riscatto dei contributi. Un’operazione insomma, che può essere “profittevole” sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. 
 

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 11:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci