Bastone e carota, poliziotto buono e poliziotto cattivo. Il fisco italiano affila le armi per contrastare l’evasione e promette di mostrare due facce nei confronti di contribuenti e imprese.
Ma poi dovranno arrivare i frutti: così, ad esempio, da regolarizzazioni e ravvedimenti spontanei si attendono in due anni circa 6 miliardi. L’impegno dell’Agenzia delle entrate passa attraverso una maggiore efficienza e digitalizzazione, ma anche dalla focalizzazione e verifica dei risultati rispetto alla tax compliance. Il fisco, anno dopo anno, si adegua alla realtà e cambia. Il lockdown, ad esempio, ha spinto i servizi da remoto, che diventeranno sempre più diffusi tanto che nella convenzione si dice di “privilegiare” l’utilizzo dei mezzi di erogazione da remoto «quali il canale telefonico mediante il consolidamento del sistema di videochiamata, quello telematico, avvalendosi di soluzioni tecnologiche innovative come la condivisione delle schermo, lo scambio documentale all’interno delle sessioni di assistenza e la possibilità di sottoscrizione digitale dei documenti». L’Agenzia delle Entrate, nella convenzione, conferma per quest’anno di puntare ad incassare 18,1 miliardi (1,3 in più del 2022), di salire a 19,3 miliardi nel 2024 (con un incremento di 400 milioni) e a 19,6 miliardi nel 2025 (altri 300 milioni in più). «La grave situazione economica e sociale che la pandemia ha determinato impone di indirizzare l’attività di contrasto nei confronti di coloro che, ricorrendo a forme più insidiose di evasione, elusione e frode, non esprimono comportamenti collaborativi e trasparenti», è scritto nella convenzione. Ecco allora che il rafforzamento della tax compliance verrà perseguito attraverso l’invio delle lettere, in particolare quelle dirette a favorire l’emersione delle basi imponibili ai fini dell’Iva e delle imposte dirette, migliorando gli algoritmi di selezione in modo da contenere i casi di “falsi positivi”.
IL MECCANISMO
Si punterà sulla qualità dei controlli attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggiore rischio di evasione, rese possibili dall’applicazione di strumenti di data analysis più avanzati - quali lo sfruttamento dei big data - e dall’interoperabilità delle banche dati. E non basta. Si faranno analisi per verificare il “tax gap” sulle varie imposte, applicarlo ai diversi anni e poi fare un check sui risultati raggiunti.
Si userà allora l’intelligenza artificiale, il learning machine e il text mining per migliorare i controlli. È previsto anche il monitoraggio del «comportamento dei contribuenti che hanno subito un controllo fiscale per verificare nel tempo il loro grado di propensione all’adempimento e, più in generale, per valutare il livello di fedeltà fiscale». Inutile dire che anche bonus e agevolazioni percepiti indebitamente - leggi superbonus del 110% - rimangono un capitolo su cui si conferma l’impegno. Le 180 pagine del convenzione contengono dati e percentuali. E si capisce che puntano soprattutto a migliorare il rapporto di collaborazione con i contribuenti. Per il rafforzamento della tax compliance si invieranno le cosiddette “lettere di compliance”, migliorando gli algoritmi di selezione in modo da contenere i casi di “falsi positivi”. E infine è previsto un miglioramento dei servizi: per l’Iva ordinaria il tempo medio dei rimborsi non dovrà superare i 75 giorni.
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