Dazi, Eni conferma lo stop degli Usa al petrolio in arrivo dal Venezuela

Il gruppo conferma la revoca del permesso di ricevere greggio per ripagare il gas prodotto e venduto nel paese sudamericano

martedì 1 aprile 2025 di Roberta Amoruso
Dazi, Eni conferma lo stop degli Usa al petrolio in arrivo dal Venezuela

ROMA - L'onda lunga dei dazi indiretti di Donald Trump arriva anche su Eni, oltre che su altre società energetiche come la spagnola Repsol, la francese Maurel & Prom, l'indiana Reliance Industries e la statunitense Global Oil Terminals.
La società guidata da Claudio Descalzi, come le altre chiamate in causa a diverso titolo dopo l'imposizione Usa di dazi indiretti a chi acquista materiale energetico dal Venezuela, non sarà più autorizzata dagli Stati Uniti a ricevere carichi di greggio come forma di pagamento dei debiti della compagnia statale Pdvsa (l'esposizione al 30 giugno del 2024 è pari a 1,8 miliardi di euro). Lì dove parte di quel petrolio era finito finora sul mercato, e anche negli Usa.
La conferma arriva dalla stessa Eni che ha fatto sapere di essere stata informata dal governo statunitense che non sarà più autorizzata a ricevere petrolio dalla compagnia statale Pdvsa come forma di pagamento per la produzione e fornitura di gas in Venezuela.

LA REAZIONE

«Eni va avanti nel suo impegno trasparente con le autorità degli Stati Uniti per identificare soluzioni che assicurino che le forniture di gas non sottoposte a sanzioni, essenziali per la popolazione, possono essere remunerate da Pdvsa», ha spiegato il gruppo aggiungendo che «opera sempre nel pieno rispetto del quadro di sanzioni internazionali».
La notifica è giunta dopo la decisione del presidente Trump di imporre dazi sui Paesi che importano greggio e gas venezuelani e di revocare la licenza operativa della società petrolifera Chevron. Di conseguenza, il governo Usa ha informato anche le aziende straniere che collaborano con Pdvsa non solo l'italiana Eni della cancellazione delle autorizzazioni (cosiddetto comfort) sul petrolio. Da parte sua, la vicepresidente venezuelana, Delcy Rodriguez, ha dichiarato che le aziende straniere non hanno bisogno di licenze o autorizzazioni di governi terzi per operare in Venezuela. Va ricordato, in proposito, che nel 2019 la prima amministrazione Trump ha di fatto vietato le importazioni petrolifere dal Venezuela come forma di pressione verso il regime del presidente Nicolas Maduro. Negli anni successivi, riferisce Bloomberg, il dipartimento del Tesoro ha però rilasciato una serie di licenze e altri permessi alle aziende dell'oil & gas affinché potessero operare nel Paese e anche esportarne il greggio, nonostante le sanzioni.
Così, nel 2022 Eni e Repsol hanno ripreso a importare greggio venezuelano come forma di ripagamento dei debiti di Pdvsa per gli investimenti nel progetto Cadon IV, che soddisfa all'incirca il 30 per cento della domanda di gas del paese (sia industriale che domestica).
La settimana scorsa, poi, Trump ha firmato un ordine esecutivo per imporre un dazio commerciale del 25% a tutti i paesi che acquistano petrolio o gas dal Venezuela.

CINA

Una manovra che colpisce soprattutto la Cina, principale acquirente del greggio venezuelano, ma anche la compagnia statunitense Chevron, che opera nel paese dal 2022 e che dovrà abbandonare le sue attività entro il 27 maggio, quando scade la licenza governativa.
 

Ultimo aggiornamento: 13:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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