Catasto, cambiano le categorie. L'indicazione dei vani catastali lascerà lo spazio ai metri quadrati.
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Per calcolare il valore addio ai vani
Il valore di una singola unità immobiliare sarà dato dal valore unitario della propria categoria in una singola zona. Nella precedente ipotesi di riforma a questo si sarebbero applicati dei correttivi, per aumentare o diminuire questo parametro, prevedendo poi di moltiplicare il risultato per la superficie in metri quadrati. Di fatto si mandano in pensione i vani catastali. Del resto spesso gli immobili vengono modificati, spostando muri per adeguarli a nuove esigenze, prevedendo open space o aree studio.
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Si semplificano le categorie
Tra le ipotesi sul tappeto potrebbe arrivare l'indicazione di suddividere tutti gli immobili in due grandi gruppi, in base alla destinazione d'uso. Da una parte le unità Ordinarie, dall'altra quelle Speciali. Chiaramente ci sarebbero le sottocategorie che caratterizzeranno le abitazioni a seconda delle tipologia. Nell'ultima ipotesi di riforma gli immobili in condominio erano ovviamente diversi dalle ville, ma scompariva la differenza tra categoria di lusso ed economica. In questo caso a fare la differenza sarebbero le caratteristiche, sia di fattura, sia di zona, sia di servizi.
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Il nodo centro-periferia
Il nodo da sciogliere, urticante per le forze politiche perché comporta un riequilibrio e quindi la certezza che qualcuno possa avere un aggravio, è il divario che esiste tra i valori dei centri storici - con immobili di pregio ma dal basso estimo catastale - e quelli delle periferie, più recenti e quindi più vicini ai prezzi di mercato. Per avvicinarsi ad un riequilibrio l'ultima ipotesi di riforma prevedeva l'affiancamento al 'redditò così come è ora calcolato, di un ulteriore parametro, una sorta di valore medio di mercato degli ultimi anni. Già da molto tempo, infatti, negli atti di compravendita oltre al valore catastale viene indicato anche il prezzo reale d'acquisto, senza che quest'ultimo abbia impatto sulle imposte da pagare.
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