Bonus card per studenti e pendolari, il sostegno in arrivo contro il caro carburanti

I sostegni del governo saranno destinati alle categorie maggiormente in difficoltà

Sabato 2 Settembre 2023 di Luca Cifoni
Bonus card per studenti e pendolari, il sostegno in arrivo contro il caro carburanti

Il sostegno ai redditi bassi sul fronte del caro carburanti avrà una forma simile a quella della carta per gli acquisti alimentari che ha debuttato a luglio.

Nelle intenzioni del governo lo strumento (che potrebbe avere almeno inizialmente una dotazione di 150 euro) sarà riservato a categorie particolari, che usano l’auto per necessità: come lavoratori e studenti pendolari. Anche questa misura potrebbe entrare nel decreto fiscale che il governo sta preparando per il mese di ottobre, in parallelo alla legge di Bilancio propriamente detta, con l’obiettivo di dare sollievo fiscale a lavoratori dipendenti ed autonomi già dalla fine dell’anno. Il provvedimento d’urgenza servirà a far scattare nelle ultime settimane del 2023 misure che non possono attendere il primo gennaio successivo, ma anche a dare un assaggio di alcune delle misure contenute nella delega fiscale, trovando in quella sede le risorse necessarie.

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LA PRUDENZA

Quel che è certo è che l’esecutivo intende muoversi con estrema cautela. La linea è quella data da Giorgia Meloni, che più volte in questi giorni ha chiesto ai ministri di moderare le richieste e a concentrarle sulle priorità. D’altra parte è lo stesso quadro economico-finanziario a suggerire cautela. Il dato sul fabbisogno reso noto ieri dal tesoro evidenzia un risultato positivo ad agosto, dopo che però nei mesi precedenti i conti pubblici si erano appesantiti anche per gli esborsi legati al superbonus. E anche se l’obiettivo di una crescita 2023 intorno all’1 per cento viene ancora considerato a portata di mano, l’impatto del nuovo quadro internazionale dovrà essere decifrato nei dettagli con la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef) attesa per il 27 settembre. Prima di allora non ci saranno decisioni definitive. Lo stesso vertice di maggioranza previsto per mercoledì prossimo, 6 settembre, alla fine potrebbe non avere come la manovra all’ordine del giorno, o almeno non in via diretta.
Dal punto di vista politico, l’obiettivo è comunque chiaro: dare un segnale immediato alle categorie che ancora soffrono le conseguenze dell’inflazione, nonostante il suo recente rallentamento. Per i dipendenti, in particolare a basso reddito, lo strumento individuato è la detassazione delle tredicesime, che verrebbero sottoposte ad un prelievo sostitutivo più basso di quello della normale Irpef. In questo modo - si ragiona all’interno dell’esecutivo - arriverebbe in prossimità delle feste natalizie una discreta spinta ai consumi, che come emerge dai dati Istat hanno invece evidenziato un ristagno nel secondo trimestre dell’anno.
Le altre misure destinate ai lavoratori dipendenti sono la conferma del taglio del cuneo fiscale nonché della detassazione dei cosiddetti fringe benefit (le somme erogate dalle aziende per varie finalità) e dei premi aziendali. La prima e più sostanziosa voce (oltre dieci miliardi per riproporre l’esonero nella misura attualmente in vigore) finirà certamente nella legge di Bilancio mentre le altre potrebbero essere distribuite tra i due provvedimenti.
Per il mondo del lavoro autonomo l’aiuto verrà con tutta probabilità dalla rateizzazione dell’acconto di novembre, altra misura destinata ad anticipare la delega fiscale. Il versamento sarà frazionato su base mensile fino a giugno: in questo modo si dovrebbe ridurre il rischio di crisi di liquidità per i contribuenti interessati. Si tratta di un problema molto sentito da autonomi, professionisti e micro-imprese, che però potrebbe diventare ancora più scottante in una fase di rallentamento dell’economia.

LA REVISIONE

Salvo sorprese al momento non prevedibili sembra invece destinata a slittare la revisione delle aliquote Irpef. I circa 4 miliardi necessari per un intervento che risulti almeno visibile ai contribuenti non trovano posto nel menu delle coperture, dominato appunto dalla conferma dell’esonero contributivo, di sette punti per i redditi fino a 25 mila e di sei per quelli fino a 35 mila. A questo proposito c’è anche l’idea di aggiustare un difetto dell’attuale meccanismo. Per come è congegnato fa venir meno tutta l’agevolazione al superamento della soglia massima, provocando così paradossalmente una riduzione del reddito effettivo in caso di lieve aumento della retribuzione lorda.

Ultimo aggiornamento: 06:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA