Aumento stipendi a luglio, come cambia (davvero) la prossima busta paga con il taglio del cuneo: i calcoli definitivi

Con il nuovo taglio del cuneo fiscale al 7% e 6% la busta paga di luglio sarà più ricca rispetto ai mesi precedenti per tutti quelli che guadagnano fino a 35mila euro al mese. Per alcuni, poi, c'è la quattordicesima e il rimborso Irpef.

Venerdì 30 Giugno 2023 di Giacomo Andreoli
La busta paga di un lavoratore con tutte le voci di spesa

Con la busta paga di luglio scatta il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro. Gli aumenti, in alcuni casi, saranno attorno ai 100 euro. Il cedolino, ovviamente, arriverà ad agosto e con questo, per molti, potrebbero scattare altre sorprese. Se si è inviato il 730 entro la fine di giugno, l'eventuale rimborso Irpef arriverà con la busta paga di luglio. Per alcuni, poi, ci sarà anche la quattordicesima.

Vediamo nel dettaglio di quanto saliranno gli stipendi.

 

Il taglio del cuneo fiscale fino a novembre

L'articolo 34 del decreto Lavoro, appena trasformato in legge, stabilisce che per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell'esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.

Ecco, dunque, gli effetti della nuova "sforbiciata" al cuneo fiscale: taglio di quattro punti che consente di raggungere, per i redditi più bassi, il 7%. Da luglio 2023, si applicherà la riduzione alle buste paga con retribuzione fino a 2.692 euro: sarà pari al 6%; per quelle che non superano 1.923 euro raggiungerà invece il 7%. Operativamente viene riproposto lo stesso meccanismo attualmente già previsto, cioè l’abbattimento della ritenuta contributiva a carico dei dipendenti.

 

Di quanto aumentano davvero gli stipendi di luglio

Secondo i calcoli fatti per Il Messaggero da Giuseppe Buscema, esperto della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, chi ha una busta paga mensile da 1000 euro lordi, prima dell'ultimo decreto Lavoro, con gli sconti varati in un anno dal governo Draghi prima e con l'ultima legge di Bilancio poi, aveva un risparmio mensile di 30 euro. Ora, a partire da luglio, il “bonus” ogni trenta giorni (fino a dicembre) sale a 70: quindi 40 euro in più.

Chi ne guadagna 1500 passa da 45 a 105 euro in più al mese, per un guadagno netto di 60 euro. E ancora: un lavoratore con 1900 euro lordi ogni 30 giorni va da 57 a 133 euro in più, con un risparmio aggiuntivo di 76 euro. Il guadagno sale a 100 euro per chi prende 2500 euro al mese (da 50 a 150 euro in più in busta paga). Infine il lavoratore che guadagna poco meno di 2700 euro lordi avrebbe circa 108 euro di risparmio.

Questi aumenti, però, sono “lordi”, perché sullo stipendio più alto si ricalcolano le tasse con un leggero aggravio. Il risparmio, insomma, non si riverserà totalmente sull’importo netto. Il minore esborso di contributi, infatti, fa sì che la base imponibile su cui viene calcolata l’Irpef aumenta: di conseguenza, sarà maggiore l’imposta sul reddito da versare.

 

L'arrivo della quattordicesima

Per coloro che sono impiegati nei settori dove espressamente prevista dal contratto collettivo di riferimento, la busta paga di luglio porterà anche il tanto atteso pagamento della quattordicesima mensilità che equivale, per definizione, a quello dell'ultima retribuzione percepita, a patto però di aver lavorato almeno 12 mesi nell’ultimo anno. In caso contrario viene ricalcolata tenendo conto dei soli mesi lavorati.

 

Il rimborso Irpef in busta paga

Per alcuni dipendenti a luglio in busta paga c'è anche il rimborso Irpef. A riceverlo saranno coloro che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza del 31 maggio. Qualora del 730 risulti un credito Irpef, sarà il datore di lavoro ad anticiparne l'importo nella busta paga. Alcuni lavoratori potranno ricevere fino a 1.200 euro in più, se lo scorso anno non hanno beneficiato - pur avendone diritto - del trattamento integrativo di 100 euro.

 

La possibile restituzione dell'ex bonus Renzi

I quasi 1.200 euro dati in busta paga dal 1° gennaio 2022 verranno pienamente riconosciuti a chi ha un reddito fino a 15mila euro. Chi è nella fascia 15mila-28mila (la soglia massima per ricevere l'aiuto), invece, per non vedersi i soldi sottratti dopo l'invio della dichiarazione dei redditi 2023 deve soddisfare questa condizione: la somma delle detrazioni deve essere inferiore all’imposta lorda dovuta.

Se le detrazioni superano l’imposta lorda, non spetta più tutto l'ex bonus Renzi. In questo caso, come recita la norma, «il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare non superiore a 1200 euro, determinato in misura pari alla differenza fra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda». Quindi ad alcuni potrebbero essere chiesti indietro parte di quei 1200 euro, ad alcuni addirittura tutti. Tutto dipende da quante spese si portano in detrazione con la dichiarazione dei redditi.

Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 06:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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