Assegno di inclusione, bocciata una domanda su 3: ecco perché. Requisiti, pagamenti e importi: la guida completa

Già inviati 287mila sms alle famiglie aventi diritto. L’assegno si riscuote in Posta

Venerdì 26 Gennaio 2024 di Francesco Bisozzi
Assegno di inclusione, partiti i pagamenti per 287mila famiglie. Ma bocciata una domanda su 3: ecco perché

Il suono di una notifica, un messaggio dell’Inps che illumina il cellulare, sullo schermo l’invito a recarsi nell’ufficio postale più vicino per riscuotere i soldi dell’Assegno di inclusione, circa 645 euro al mese in media a gennaio. Ieri 287.704 famiglie hanno ricevuto la notizia che più di tutte stavano aspettando: l’istituto di previdenza ha comunicato loro l’avvenuta accettazione della domanda per il nuovo Reddito e il via ai pagamenti.

Contro il muro dei controlli, che rispetto al sussidio dei Cinquestelle ora sono molto più approfonditi, grazie a banche dati che comunicano tra loro e ad algoritmi anti-furbetti, una tecnostruttura guidata dal direttore generale dell’Inps Vincenzo Caridi, si sono abbattute circa il 26% delle richieste, ovvero una su quattro. Poi c’è un altro 7% che necessita di maggiori verifiche. La maggior parte delle istanze, fa sapere l’Inps, non soddisferebbe i requisiti patrimoniali richiesti. Inizia così il percorso della misura anti-povertà con cui il governo Meloni ha mandato definitivamente in pensione quest’anno il reddito di cittadinanza.

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FORMAZIONE

L’altro strumento che sostituisce la vecchia prestazione di sostegno è il Supporto per la formazione e il lavoro, che è salpato a settembre e prevede 350 euro di beneficio per i soli attivabili che intraprendono i percorsi di inserimento nel mondo professionale. Lo hanno richiesto in oltre 160 mila. Così la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone: «Una cosa importante che mi preme sottolineare è che le domande sono sottoposte a controllo preventivo prima di procedere al pagamento, i controlli hanno fatto emergere nel 50% delle istanze rigettate la mancanza del requisito del reddito familiare conforme ai termini di legge e, nel 20% dei casi, l’assenza dei requisiti di età o disabilità del nucleo famigliare richiedente».

I PAGAMENTI

Per l’Adi all’appello mancano circa 400 mila nuclei, se si considera che l’Inps aveva stimato per questa misura una platea di potenziali beneficiari di circa 737 mila famiglie. Parliamo dei nuclei con al loro interno minori, disabili, anziani e persone in condizione di svantaggio, insomma degli ex percettori del reddito di cittadinanza (sostanzialmente) che per motivi diversi non sono ritenuti occupabili. I pagamenti al via oggi riguardano le domande presentate entro l’8 gennaio e che hanno semaforo verde, circa 300 mila appunto, mentre ammontano a poco meno di 150 mila quelle stoppate o per le quali è necessario un supplemento di istruttoria (queste ultime però sono appena 12 mila). Come detto, i nuovi controlli “alla fonte” dell’Inps, e non a soldi già erogati, sono più efficaci. La richiesta per l’Adi può essere inoltrata tramite i Caf, i centri di assistenza fiscale, preferiti soprattutto dagli over 60, solo dall’inizio di gennaio, e questo ha certamente inciso: se in molti ancora non si sono fatti avanti è anche per questo motivo.

 

LE RICHIESTE

Va detto poi che la sottoscrizione del patto di attivazione digitale ha creato qualche confusione nei più anziani, che non si aspettavano di dover assolvere questo adempimento. Insomma, sono diversi i fattori da tenere in considerazione in questa fase, ma per l’Inps i numeri delle domande sono in linea con quelli registrati ai nastri di partenza, nel 2019, dal vecchio sussidio dei Cinquestelle. Questo l’identikit dei richiedenti: l’88% delle persone che aspirano all’Adi sono ex percettori del reddito di cittadinanza e quasi la metà proviene da Campania (26,7%) e Sicilia (21,8%). Dal Lazio sono arrivate il 7,7% delle domande, sulle oltre 651 mila giunte all’Inps. L’età media dei richiedenti del Supporto per la formazione e il lavoro è pari invece a 43,4 anni. Tra le donne il 47,1% ha la licenzia media, il 38% un diploma di istruzione secondaria superiore e il 7,6% la licenza elementare. Tra gli uomini il 50,9% la licenza media, il 36,2% il diploma di istruzione secondaria superiore e il 7,1% la licenza elementare.

IMPORTI E RISCOSSIONE

L’Adi viene erogato con la Carta di inclusione, per un importo massimo di 500 euro al mese, più le maggiorazioni previste dalla legge, in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative. Chi presenterà domanda e patto di attivazione digitale (Pad) entro il 31 gennaio, avrà invece il primo pagamento dal 15 febbraio. Ma oggi si prevedono lunghe code davanti agli uffici postali per riscuotere i primi pagamenti? La procedura allo sportello può richiedere 15 minuti. C’è il rischio che qualcuno debba rimandare di un giorno l’appuntamento. 

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