Il Reddito di cittadinanza va definitivamente in soffitta, sostituito però dall'Assegno di inclusione, la nuova misura che però ha una forma (e un importo) diversi dalla precedente.
Le differenze
È il calcolo del parametro di scala di equivalenza la differenza principale tra le due misure. Questo permette di determinare la soglia massima per ottenere l'integrazione economica (e quindi valutare l'importo). Nel calcolo sono ridotti i valori assegnati ai minori mentre i maggiorenni fino a 59 anni e che sono in condizione di poter lavorare non vengono considerati.
Simulatore Assegno di inclusione
L’Assegno di Inclusione, così come il reddito di cittadinanza, altro non è che un'aggiunta al reddito familiare che è possibile ricevere fino a una certa soglia, in base al nucleo familiare e tutta una serie di parametri. La formula per il calcolo è la seguente:
[(6.000 euro * parametro di scala di equivalenza) – Reddito familiare)]/12
Per il richiedente è assegnato un valore pari a 1. I maggiorenni non vengono più inclusi, a meno che non si occupino di cura (chi per esempio si prende cura di un disabile, di un bambino di meno di 3 anni o di 3 o più figli minori) oppure siano over 60. A questi verrà assegnato un valore di 0,4. Ai componenti disabili o autosufficienti il valore assegnato sarà 0,5. Per quanto riguarda i minori (a cui in precedenza era assegnato un valore di 0,2), il nuovo valore è di 0,15 er ogni figlio minore fino a un massimo di 2 anni mentre di 0,10 per gli altri. Più il parametro di scala di equivalenza è alto, maggiore sarà l'importo dell'assegno, che dipenderà anche dal reddito familiare.
I calcoli
In caso di famiglia con due adulti e due figli minori, di cui uno di età inferiore a 3 anni e con un reddito familiare di duemila euro, l'Assegno di inclusione sarebbe di 683 euro al mese per via del parametro di scala di equivalenza di 1,7. Con il reddito di cittadinanza, sarebbe stato di 733 euro e quindi leggermente superiore. Per farsi un'idea del possibile importo è necessario considerare il reddito mensile, ottenuto dividendo il reddito annuo per dodici mensilità, che potrebbe essere sottratto dall’importo massimo ottenibile.