Tav, lo stop costerebbe 2 miliardi di euro

Lunedì 21 Maggio 2018
Tav, lo stop costerebbe 2 miliardi di euro
Lo stop alla Tav ventilato oggi dal premier Giuseppe Conte, subito contestato dal vice Matteo Salvini, costringerebbe l'Italia a pagare delle penali molto salate.

La nuova Torino-Lione fa parte di una rete di 5.000 nuovi chilometri di ferrovie per il trasporto delle merci. Il tratto internazionale va da St.Jean de Maurienne, in Francia, a Bussoleno, in Valle di Susa ed è lungo 65 chilometri, compresi i 57 chilometri del tunnel di base (45 in Francia e 12 in Italia). Sarà realizzata in 10 anni. L'entrata in servizio è prevista nel 2029.

Il costo preventivato dell'opera, i cui lavori dovrebbero cominciare a inizio 2019, è di 8,6 miliardi di euro: l'Unione
Europea ha concesso la quota massima di finanziamento possibile, il 40%; l'Italia spenderà quindi 2,9 miliardi, la Francia 2,1. Il costo al chilometro dell'opera è di 86 milioni di euro analogo a quello degli altri recenti trafori alpini, come Loetschberg e Gottardo.

Per la tratta internazionale sono stati spesi finora 1,5 miliardi di euro. Sono stati destinati agli studi e alle
attività preliminari e allo scavo di quattro gallerie esplorative, tre in Francia, la quarta in Italia, a Chiomonte (Torino). Quest'ultima, conclusa nel febbraio dello scorso anno, è costata 173 milioni di euro.

Attualmente per la Tav Torino-Lione lavorano circa 800 persone, tra Italia e Francia, nei cantieri, negli uffici della
Telt, la società incaricata di costruire e gestire la nuova ferrovia e in altre società coinvolte nei lavori.

Entro il 2019 è prevista l'assegnazione degli appalti per 81 bandi di gara (43 in Italia) per un totale di 5,5 miliardi di
euro. Telt prevede il coinvolgimento di 20 mila imprese, tra appalti e subappalti, e 8.000 lavoratori (diretti e indotto).

L'obiettivo della Torino-Lione è di spostare, entro il 2035, 40 milioni di tonnellate di merci sulle rotaie. Quando la
Tav sarà ultimata i treni passeggeri collegheranno Torino e Parigi in 3 ore e 17'.

Per il commissario straordinario del Governo per l'asse ferroviario Torino-Lione, Paolo Foietta, il solo «costo diretto complessivo da restituire a Ue e Francia», in caso di stop alla Tav, «risulterebbe senz'altro superiore a 2 miliardi di euro». La questione viene contestata però dai No Tav, secondo cui i trattati internazionali non prevedono alcuna penalità in caso di sospensione e/o risoluzione degli accordi.

Anche secondo le stime dell'Unione industriale di Torino rinunciare alla Torino-Lione costerebbe «2 miliardi di euro, in quanto dovremmo restituire all'Europa il 50% dei finanziamenti erogati per gli studi e i progetti, la quota di costi sostenuta dalla Francia», come spiegato dal presidente Dario Gallina, secondo il quale i lavori sono a uno stadio troppo avanzato per recedere e non è vero che i costi per ultimare l'opera sono proibitivi.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha rivisto nei mesi scorsi drasticamente il piano infrastrutturale transalpino, ma non ha toccato la Torino-Lione. Mentre l'Unione europea ha riconfermato, nella prima proposta di bilancio 2021-27 presentata dalla Commissione, l'assoluta priorità data agli investimenti pubblici in infrastrutture.

 
Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 11:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA