Dalla Ue disco verde alla manovra bis. No a sconti sul 2018

Domenica 9 Aprile 2017 di Alessandro Cardini
LA VALLETTA «Per come sono state descritte, le misure del governo italiano sembrano essere in linea con quanto è stato discusso e con quanto è stato raccomandato dalla Commissione europea». Non avrebbero potuto essere più precise le parole del vicepresidente dell'esecutivo Ue Valdis Dombrovskis al termine della due giorni di discussioni informali dei ministri finanziari europei. Il ministro Padoan ha incontrato prima lo stesso Dombrovksis e poi il responsabile degli affari economici Pierre Moscovici. È un segnale chiaro di schieramento, un aiuto se si vuole al ministro dell'economia nella fase finale della definizione dei dettagli della manovra da 3,4 miliardi, per evitare la procedura di violazione della regola di taglio del debito, e della strategia di bilancio 2018 che sarà contenuta nel Def. Padoan, dunque, andrà alla riunione del Consiglio dei ministri di martedì con un via libera di fatto alle misure che presenterà al tavolo del governo: se dovessero esserci degli intoppi politici il governo dovrà fare i conti con la linea rossa europea: a Bruxelles prendono sul serio quanto Padoan ha anticipato negli incontri a La Valletta e si aspettano decisioni conseguenti.

Sulla manovra da 3,4 miliardi né Dombrovskis né Padoan hanno rivelato i dettagli. Così anche anche sulle scelte per il 2018. Dombrovskis ha indicato che in Italia «c'è ancora molto da fare, ma la determinazione del governo e del ministro Padoan di attenersi alla traiettoria di bilancio concordata è stata molto chiara». Secondo la Commissione europea, hanno confermato fonti che hanno partecipato agli incontri dei ministri nella capitale maltese, il rispetto del percorso di riduzione del deficit in termini strutturali per l'Italia significa assicurare almeno un aggiustamento pari allo 0,6% del pil (10,2 miliardi) nel 2018, che corrisponde al riferimento tecnico (la matrice) per la definizione dell'aggiustamento del bilancio in termini strutturali al netto degli interventi una tantum (per esempio la spesa per fronteggiare gli effetti dei terremoti). Ma anche al netto della flessibilità che l'Italia potrebbe ottenere l'anno prossimo. Secondo le stesse fonti «da quanto indicato da Padoan, il governo ha intenzione di rispettare questo obiettivo». Dunque, c'è l'indicazione da parte di Padoan che l'impegno sullo 0,6% sarà rispettato, un elemento importante per Bruxelles a fronte delle voci insistenti sull'idea del governo di alzare il livello del deficit nominale nel 2018 dall'1,2% a1l'1,8%.

LE BANCHE
Il ministro in ogni caso, si è limitato a dire di aver informato Dombrovskis «su che cosa ci sarà nel Def, in che modo sarà articolato l'aggiustamento dello 0,2% e su quali altri misure ci saranno nel pacchetto». La Commissione ora si è messa in una linea di attesa, la partita è ancora aperta a Roma. Resta in ogni caso chiara l'intenzione di evitare l'apertura di una procedura contro l'Italia per violazione del patto di stabilità, ma perché ciò avvenga è necessario che passi la linea Padoan.

A Malta i ministri hanno discusso a lungo il tema bancario e in particolare dello smaltimento delle sofferenze: l'Ecofin ha accantonato l'idea di una bad bank europea proposta dall'Eba ripiegando su un quadro di riferimento comune per costituire bad bank nazionali. Padoan ha indicato che «è necessario sostenere la formazione del mercato secondario delle sofferenze», che le banche devono avere piani di smaltimento dei non performing loans: «Tale processo deve diventare più veloce di quanto sia adesso, tuttavia l'orizzonte temporale deve essere ragionevole». Quanto alle discussioni con Bruxelles su Montepaschi, il ministro si è dichiarato «moderatamente ottimista» sul fatto che possano concludersi «presto con un accordo formale».