Nel 2014 3,2 miliardi di maggiore spesa per finanziare, tra l'altro, Cig e missioni di pace. Dal 2015 manovre per complessivi 20 miliardi in tre anni, da realizzare con la riduzione della spesa pubblica.
È quanto è possibile ricavare dalle tabelle contenute nel Def relative al 2015-2017, diffuse oggi da Palazzo Chigi. Il maggior esborso del 2014 è indicato nero su bianco nella tabella che prevede un deficit programmatico più alto di 0,2 punti percentuali rispetto a quello che si sarebbe raggiunto senza interventi.
Le maggiori risorse, viene spiegato in una nota, è dovuto «alla volontà di finanziare alcune voci di spesa non incluse nel saldo a legislazione vigente, come ad esempio il finanziamento delle missioni di pace e della cassa integrazione in deroga». La stretta, invece, arriverà dal 2015. Ma, negli impegni del governo, non dovrebbe toccare le tasse. «Le manovre correttive prefigurate dal 2015 in poi - scrive il governo - dovranno fare perno sulla riduzione della spesa pubblica». Dalla tabella allegata al Def, oggi diffusa da Palazzo Chigi nel comunicato, è previsto che il deficit 2015 debba ridursi dall'1,8% 'a legislazione vigentè all'1,6% programmatico. È un taglio di due decimali che vale 3,2 miliardi. L'anno successivo, nel 2016, la riduzione del deficit dall'1,2 allo 0,8% vale 0,4 punti percentuali e peserà per oltre 6,8 miliardi, quindi nel 2017 la riduzione, di 0,6 punti, per portare il deficit dallo 0,7% allo 0,1%, richiederà una correzione di 10,6 miliardi. In totale circa 20 miliardi.
Risorse per oltre 11 miliardi di euro in 3 anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA È quanto è possibile ricavare dalle tabelle contenute nel Def relative al 2015-2017, diffuse oggi da Palazzo Chigi. Il maggior esborso del 2014 è indicato nero su bianco nella tabella che prevede un deficit programmatico più alto di 0,2 punti percentuali rispetto a quello che si sarebbe raggiunto senza interventi.
Le maggiori risorse, viene spiegato in una nota, è dovuto «alla volontà di finanziare alcune voci di spesa non incluse nel saldo a legislazione vigente, come ad esempio il finanziamento delle missioni di pace e della cassa integrazione in deroga». La stretta, invece, arriverà dal 2015. Ma, negli impegni del governo, non dovrebbe toccare le tasse. «Le manovre correttive prefigurate dal 2015 in poi - scrive il governo - dovranno fare perno sulla riduzione della spesa pubblica». Dalla tabella allegata al Def, oggi diffusa da Palazzo Chigi nel comunicato, è previsto che il deficit 2015 debba ridursi dall'1,8% 'a legislazione vigentè all'1,6% programmatico. È un taglio di due decimali che vale 3,2 miliardi. L'anno successivo, nel 2016, la riduzione del deficit dall'1,2 allo 0,8% vale 0,4 punti percentuali e peserà per oltre 6,8 miliardi, quindi nel 2017 la riduzione, di 0,6 punti, per portare il deficit dallo 0,7% allo 0,1%, richiederà una correzione di 10,6 miliardi. In totale circa 20 miliardi.
Risorse per oltre 11 miliardi di euro in 3 anni.
Sono le esigenze finanziarie necessarie nel triennio 2014-2016 indicate dal Ministero delle infrastrutture in allegato al Def, per realizzare cinque priorità funzionali, tra cui rientrano tra l'altro interventi per le reti stradali e ferroviarie, Tav, Mose, completamento Salerno-Reggio Calabria. Il documento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che aggiorna l'XI Allegato infrastrutture, indica le ipotesi di esigenze finanziarie per dare continuità alle scelte strategiche, articolandole in cinque priorità funzionali: reintegro risorse temporaneamente tolte dal bilancio del Dicastero (2.341 milioni); priorità legate alla realizzazione di reti stradali e ferroviarie (7.700 milioni); priorità mirate alla riqualificazione del territorio (400 milioni); priorità legate all'adeguamento della offerta di trasporto pubblico locale (600 milioni).