Lorenzo Rossi: «Ho sempre saputo di essere il figlio di Vasco. Tra di noi un legame sincero»

"Mi ha insegnato tanto. Mia madre Gabry non lo scorderà mai"

Giovedì 24 Agosto 2023 di Luca Uccello
Lorenzo Rossi: «Ho sempre saputo di essere il figlio di Vasco. Tra di noi un legame sincero»

Come suo padre, anche Lorenzo Rossi, ha lavorato a Punto Radio, l’emittente fondata da Vasco a Zocca negli Anni 70. «Facevo un programma di attualità e musica, Punto Rossi, puro intrattenimento dove mettevo i miei gusti musicali, dal punk al rock agli italiani, compreso mio padre».

Un padre speciale per tante ragioni. Lorenzo è stato riconosciuto dal Komandante quando era un ragazzo di 14 anni. Un figlio nato da un amore con una giovane ragazza. Un amore diventata una canzone, Gabry, forse la più struggente del più grande rocker italiano. 

I ricordi

A La Stampa Lorenzo racconta di aver sempre saputo di essere figlio di Vasco. Sua madre Maria Gabriella “Gabry” Sturani non glielo ha mai nascosto: «Sì, sono cresciuto sapendolo, mia mamma me l’ha detto fin da piccolo. A 14 anni vidi una sua canzone su Mtv e chiesi a mia madre se potessi conoscerlo. Mia madre, che era in contatto con lui, pochi giorni dopo organizzò l’incontro e ci vedemmo nell’ufficio di Vasco a Bologna».

Si ricorda tutto: «Ricordo che entrò dicendo: “Buongiorno figliolo”. È vero che è un timido, ma quando ti guarda con quegli occhioni color ghiaccio diventi timido anche tu. Lui era emozionato e lo ero anch’io».

«Forse già dal giorno dopo si pose la questione del riconoscimento da parte sua, il che non era per niente ovvio, ecco perché è stata una bella cosa. Il tempo di fare l’esame del Dna e il riconoscimento è stato avviato».

Il rapporto

Da quel momento lì forse la sopresa più grande. Non solo per Lorenzo. «Tra di noi si è creato un rapporto forte, spontaneo, sincero. Vasco è riuscito a darmi tanto. Andavo poco e male a scuola, ero un ragazzo di 14 anni sbandato che era rimasto indietro di tre anni negli studi, ma lui mi ha dato sprone e un obiettivo col metodo del bastone e della carota. Si vedeva che ci teneva a me, mi stava dietro, tutto questo nonostante avesse una sua famiglia. Mi ha dato la possibilità di recuperare gli anni persi a scuola: mi sono diplomato e laureato, in Scienze della Comunicazione. A quell’età è fondamentale una figura che ti dica dove puoi arrivare e lui c’era, con le parole e con i gesti». 

Bastone e carota? «Faccio un esempio, quando mi diplomai mi chiese cosa volevo come regalo e io gli risposi che mi serviva la lavastoviglie. Lui invece mi regalò una macchina nuova, un’Audi 3 che sostituì la Stilo usata che avevo e che mi aveva regalato sempre lui. Allo stesso tempo mi procurò una casa, ma l’affitto lo pagavo io. Mi ha insegnato anche a gestire i soldi».

Le sue canzoni? «Mi hanno aiutato per ogni situazione. Ce n’è una che ti fa stare meglio se la fidanzata ti lascia, se hai problemi personali o con gli altri. È un pugno nello stomaco che ti aiuta. Inconsapevolmente è stato uno psicologo per me e per molti altri che l’hanno ascoltato». Anche Gabri lo ha aiutato a crescere: «Gabry la canto sorridendo, è una bella emozione anche per me, è dolce ma straziante, con quel grido del soprannome di mia madre, ma forse è più significativa proprio per lei, Gabry».

E a proposito di sua madre: «È un’eterna Peter Pan, sarà sempre platonicamente innamorata di Vasco, ma non so veramente che effetto le fa. Ricordo che una volta si è commossa quando al ristorante misero su la sua canzone».

Oggi Lorenzo lavora nell'ambito musicale, ha due figlie. E una, di sei anni e mezzo l'ha portata al concerto di Bologna. «Quando vasco ha visto mia figlia e si è sdraiato sul palco per avvicinarsi il più possibile a salutarla». Beata lei...

«Ora il mio sogno è scrivere questa storia, che è una bellissima storia, perché c’è un ragazzo solo e un uomo che ha deciso di essere un bravo papà, a differenza di altri. Se potesse aiutare anche una persona su mille a far sì che un padre voglia bene a suo figlio…».

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