Il sesso sado-maso praticato da Nicole Kidman, potente manager che nel film Babygirl di Halina Reijn ingaggia una torrida relazione extraconiugale con un giovane stagista, sarà uno dei brividi annunciati dell’81ma Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 28 agosto al 7 settembre.
LE SCOMMESSE
Cinque gli italiani in concorso, di generi tutti diversi: Campo di battaglia di Gianni Amelio ambientato durante la Grande Guerra in un ospedale con Alessandro Borghi e Gabriel Montesi, Diva futura, Queer, Vermiglio di Maura Delpero che fedele alla lezione di Ermanno Olmi ha scelto come sfondo una piccola comunità alpina con pochi attori professionisti, Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza che racconta con il consueto tono grottesco dei due registi siciliani la latitanza di Matteo Messina Denaro (Elio Germano, aiutato dal faccendiere Toni Servillo). La Mostra si aprirà con Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton, atteso sequel del cult 1988, sul red carpet Michael Keaton, Monica Bellucci, Winona Ryder, Justin Theroux, Willem Dafoe.
I BLOCKBUSTER
E si chiuderà con L’orto americano, thriller gotico del maestro Pupi Avati con Filippo Scotti e la grande Rita Tushingam. Tra i film più attesi Joker: Folie à Deux, adrenalinico sequel del Leone d’oro 2019, ancora con Joaquin Phoenix rinchiuso in un manicomio criminale dove incontra Lady Gaga (e insieme ne fanno di tutti i colori), Maria di Pablo Larrain che affida ad Angelina Jolie il ruolo della Callas negli ultimi giorni di vita (nel cast anche Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher), mentre George Clooney e Brad Pitt sono gli irresistibili protagonisti della commedia d’azione Wolfs-lupi solitari (in sala il 19 settembre) nei panni di due litigiosi ”fixer” addetti a cancellare le tracce di crimini eccellenti.
L’AVANGUARDIA
Pedro Almodòvar presenta la sua prima regia americana The Room Next Door con Julianne Moore e Tilda Swinton, l’86enne Claude Lelouch porta al Lido il film-testamento Finalement, Takeshi Kitano si prepara ad infiammare la Mostra con Broken Rage, Marco Bellocchio firma il corto Se posso permettermi capitolo II e The Order di Justin Kurzel è un thriller politico sui suprematisti bianchi, con Jude Law. In gara c’è pure il re dell’avanguardia Harmony Korine con Baby Invasion. La pattuglia italiana è completata da Francesca Comencini che nell’autobiografico Il tempo che ci vuole (fuori concorso) ripercorre il rapporto tra il padre Luigi (Fabrizio Gifuni), e sé stessa (Romana Maggiora Vergano) negli anni di piombo.
LE SEZIONI
A Orizzonti si vedrà Familia di Francesco Costabile mentre Sergio Rubini presenterà il film tv Leopardi, il poeta dell’infinito, protagonista Leonardo Maltese. Faranno infine discutere le serie Families Like Ours di Thomas Vinterberg e M il figlio del secolo, regia di Joe Wright, ispirata il best seller di Antonio Scurati con Luca Marinelli nella parte di Mussolini (su Sky nel 2025). Alla presentazione del programma, il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha fatto un lungo e intenso dicorso citando Pasinetti, Sciascia, Sgalambro, Fellini, Ramperti e la «responsabilità civile, poetica e politica della bellezza». Ha sottolineato l’universalità della Biennale e la centralità del cinema evocando «il piacere amniotico» di vedere i film in sala. Curiosità: Barbara Ronchi sarà al Lido con tre film, cioè Diva futura, Familia, il corto di Bellocchio. Se esistesse il premio al migliore attore stakanovista, l’avrebbe già vinto a mani basse.