Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Venezia 80, giorno 3. Tracollo Costanzo
Lanthimos da applausi: si candida al Leone

Sabato 2 Settembre 2023

Al secondo film scatta già l’allarme. Di questo “straordinario” cinema italiano in Concorso, con ben 6 opere in gara per il Leone, già due ce le siamo giocate male, ma se “Comandante”, il film di apertura di Edoardo De Angelis ha meritato un seppur minimo di attesa, la presenza di “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo trova forse la sua unica giustificazione nell’esorbitante costo di una trentina di milioni di euro, perché per il resto non è semplice capirne il motivo. La giovane Mimosa finisce, al posto della sorella, nel cast di un film che si sta girando a Cinecittà. È l’ultimo giorno di riprese e accidentalmente la protagonista (Lily James) incrocia lo sguardo nei corridoi dell’umile Mimosa (Rebecca Antonaci), restandone ammaliata e pretendendo di averla immediatamente sul set. Esaurita l’esperienza, Mimosa vorrebbe tornare a casa, ma finisce nella notte romana, facendo la conoscenza di un mondo molto diverso da come se lo sarebbe potuto immaginare, tra alcol e droga, avance sessuali e personaggi loschi. Siamo negli anni ’50, quando viene scoperto il corpo senza vita di Wilma Montesi, e Costanzo sceglie di disegnare un percorso traumatico di formazione, dove il sogno del mondo del cinema diventa presto un incubo, nel quale la ragazza perde la sua innocenza. Descrive, insomma, il lato malato dell’ambiente cinematografico, idea di per sé ormai poco originale (si pensi ai mille esempi che si potrebbero fare, da Fellini, a Visconti, a Pietrangeli eccetera eccetera), senza un aggiornamento sensibile di sguardo e stile, purtroppo adagiandosi in modo blando al passato (dall’omaggio iniziale al neorealismo, al peplum allora in voga, spezzone fin troppo lungo). Ne esce un film quasi stanco nella sua denuncia, privo di mordente anche nei momenti di maggior cattiveria (a parte forse un grande, lungo silenzio in cui Mimosa è messa alla berlina, indicandola come poetessa), dove lo spaesamento di una ragazza “fuori posto” si traduce in una galleria di personaggi e situazioni più consumate che costumate, tralasciando Alba Rohrwacher che fa Alida Valli e Willem Dafoe che fa l’autista. Per dire: ambizione per ambizione, e fatta ovviamente la proporzione e al di là del risultato, il presidente di giuria Chazelle ci ha fatto poco tempo fa una cosa come “Babylon”. Voto: 4,5.

A Lanthimos, invece, riesce il suo gioco beffardo e acido con “Poor things”, dove una specie di dottor Frankenstein (Willem Dafoe, dalle cento cicatrici) riporta in vita una suicida, alla quale trapianta il cervello del proprio feto. Da qui Bella (una coraggiosa Emma Stone, anche nella sua nudità) è come fosse una bambina: deve imparare tutto, soprattutto equilibrare la sua libertà esagerata, nei comportamenti e nel linguaggio in società. In fuga nel mondo ritroverà il proprio passato, decidendo il suo futuro. Il pregio di Lanthimos è che non ha mai nascosto di essere un regista spesso insopportabile, ma come per “La favorita” si avvale della scrittura di Tony McNamara, stemperando le sue ostinazioni. Ne esce un ottimo film che gioca sulla deformazione del corpo (Frankenstein, appunto) e dello sguardo (grandangoli sparati, fino al fish-eye), tra location reinventate sul set (Londra, Parigi, Lisbona), sommando libero arbitrio al sesso scatenato, il fantasma della libertà alla prigione delle relazioni, e ancora Browing, Whale, Buñuel e anche Von Trier, tra bianco-nero e colori sgargianti. Si ride molto, tra battute caustiche e situazioni estreme, dove la traccia del femminismo porta alla fatale conclusione. Primo candidato serio al Leone. Voto: 8.

Chiude la giornata “Bastarden” del danese Nikolaj Arcel, dove il capitano Kahlen, nel XVIII secolo sogna di diventare nobile, coltivando terre impossibili. Cercherà di sconfiggere il potere aristocratico locale, ma dovrà pagare anche la sua arroganza. Un film classico, di chiaro indizio politico, molto duro e crudele, arido e rigoroso, comunque interessante, con Mads Mikkelsen di irrimediabile cocciutaggine. Voto: 6,5.

 

 

Ultimo aggiornamento: 07:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA