Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Leonesse al Lido: Tilda e Ann Hui
premi alla carriera a Venezia 77

Martedì 21 Luglio 2020

A pochi giorni dalla presentazione ufficiale del programma, la 77ª Mostra di Venezia comincia a delinearsi, a partire dai Leoni d’oro alla carriera, ufficializzati ieri e che come ormai da recente tradizione sono destinati uno alla regia e uno alla recitazione. Quest’anno entrambe vanno alle donne: l’attrice inglese Tilda Swinton e la regista hongkonghese Ann Hui. La prima è senza dubbio piuttosto famosa, anche al di fuori della ristretta cerchia dei cinefili, la seconda risponde a una scelta più elitaria, essendo quasi sconosciuta ai più, ma senza dubbio meritevole.
Le due donne
Nell’anno del Covid e con qualche preoccupazione che negli ultimi giorni sta tornando ad alimentarsi col numero di casi in aumento, Alberto Barbera omaggia due esponenti fondamentali nel loro modo di affrontare il cinema. Spiega il direttore della Mostra: «Ann Hui è una delle registe più apprezzate, prolifiche e versatili del continente asiatico, la cui carriera copre quattro decenni e attraversa tutti i generi cinematografici. Nel suo cinema ha sempre mostrato particolare interesse per le vicende umane e sociali, raccontando con rifugiati, emarginati e anziani. Tilda Swinton è unanimemente riconosciuta come una delle interpreti più originali ed intense. La sua unicità riposa su una personalità esigente ed eccentrica, una versatilità fuori del comune, la capacità di passare dal cinema d’autore più radicale a grandi produzioni hollywoodiane. Ogni sua interpretazione è una sfida temeraria alle convenzioni, siano esse artistiche o sociali».
La scelta di Ann Hui si inserisce anche come emblema di una situazione agitata da tempo a Hong Kong, quella di Tilda Swinton manifesta l’amore per il cinema di Derek Jarman, di cui la Swinton è stata autentica musa, e l’attenzione per un regista come Luca Guadagnino, che negli ultimi anni sta conquistando il favore di critica e pubblico, che Venezia ha saputo sempre cogliere: alla Mostra sono passati i suoi “Io sono l’amore”, “A bigger splash”, fino a “Suspiria”, tutti interpretati dall’attrice londinese, alla quale il regista palermitano dedicò a suo tempo anche il documentario “Tilda Swinton: the love factory”.
La musa di Jarman
Di Tilda Swinton è innegabile la forza magnetica sullo schermo, in una spirale recitativa tra una fisicità quasi impalpabile ed una raffigurazione inafferrabile dell’emozionabilità, a cominciare dal ruolo della prostituta in “Caravaggio” di Jarman, partecipando a tutti i suoi successivi film fino alla morte, donando anche la voce al testamento radicale del regista, quel “Blue”, dove per tutta la durata la parola è immersa in uno schermo soltanto blu, in assenza di qualsiasi immagine. Durante questo fortunatissimo legame artistico (oltre che personale), la Swinton vince la Coppa Volpi per il ruolo di Isabella di Francia in “Edoardo II”, uno dei film più intensi e riusciti di Jarman. Di carattere scopertamente anticonformista, di chiare idee di sinistra e vicina agli aspetti della sessualità in tutte le sue manifestazioni, Tilda Swinton ha recitato anche in film, tra gli altri, di Béla Tarr, Jim Jarmusch, fratelli Coen, Wes Anderson, Terry Gilliam, vincendo un Oscar come non protagonista nel film “Michael Clayton” di Tony Gilroy.
Regista sensibile
Di Ann Hui forse qualcuno ricorderà almeno “A simple life”, presentato alla Mostra del 2011, mirabile ritratto di una donna anziana all’approssimarsi della morte, ispirato alla vera storia di una domestica, che fruttò la meritatissima Coppa Volpi all’attrice Deannie Ip; e “The golden era”, sempre passato per il Lido (2014), come film di chiusura, tormentata esistenza di una celebre scrittrice cinese, morta a 31 anni per tubercolosi. Esordiente nel 1979 con il thriller “The secret”, Ann Hui ha diretto 26 film, ricevendo numerosi premi in vari festival.

 
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