Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Cinema a casa - Magari fosse un bel film
ma The lighthouse è molto peggio

Venerdì 22 Maggio 2020
In attesa di capire se e come potranno riaprire le sale cinematografiche (il potranno è anche condizionato dai protocolli richiesti, che includono situazioni piuttosto complicate da gestire e rispettare), continuano le uscite sulle piattaforme. Anche questa settimana una breve sintesi dei titoli più interessanti o più attesi.

MAGARI di Ginevra Elkann (Raiplay) – Seb (il più grande, l’adolescente), Jean (il medio, con problemi di salute non semplici) e Alma (la più piccola, la “narratrice” della storia) sono tre fratelli inviati dalla madre (oggi risposata e fervente ortodossa) che abita in Francia, all’ex marito, che sta a Roma, sogna di fare il regista, senza averne probabilmente le qualità, e convive con la propria sceneggiatrice. La parentesi italiana sarà un’occasione per esplorare mondi diversi e al tempo conoscere meglio anche i genitori, soprattutto il padre. L’esordio registico di Ginevra Elkann si dimostra meno insignificante del previsto, ma non riesce mai a scalfire la sensazione di un fragile racconto (a tratti probabilmente anche autobiografico) che ruota attorno alla nostalgia della memoria, che se rimane nelle stanze dà origine a quei quadretti borghesi di apparenza, ma quando esce in strada e vuole raccontare la vita si vede che sta parlando di cose che probabilmente non conosce. Ne esce un film che se padroneggia con sensibilità lo sguardo dei ragazzi, si disperde nei complicati crocevia delle vite adulte, non senza ingenuità di sceneggiatura (nonostante il filtro narrativo in "soggettiva" della bambina) e confermando quell’origine di opera di realtà fittizia. Con Scamarcio e Rohrwacher, ma i più bravi sono i tre ragazzi. Voto: 5.
THE LIGHTHOUSE di Robert Eggers (Chili, Prime video store, Sky primafila, iTunes)
– A un faro sperduto su un isolotto del New England arrivano il giovane Epharim e il veterano Thomas, chiamati a un periodo di guardiani. Thomas instaura subito nei confronti di Ephraim un atteggiamento di ostile dominanza, ma dentro quel faro si nascondono troppi segreti e fantasmi. Dopo il sorprendente esordio con “The Witch”, un horror ambientato nel ‘600, Robert Eggers incappa in un disastroso infortunio, con un kammerspiel dalle scelte radicali e espressionistiche, dominato da un bianco e nero di feroce contrasto (la fotografia smagliante è di Jarin Blaschke), dove il “duello” tra i due personaggi (che regge per la bravura di Robert Pattinson e Willem Dafoe), governato da una sceneggiatura di provocatoria insulsaggine, si sviluppa all’interno di un incontenibile sfoggio, quasi arrogante, di estro estetico, dove tutto è destinato a sbalordire, in realtà raramente con motivazioni apprezzabili. Eggers si autocelebra in un cinema che muore nella sua stessa smania di egocentrismo creativo, lasciando lo sgomento di chi fa scempio della propria bravura. Voto: 3.
L’HOTEL DEGLI AMORI SMARRITI di Christophe Honoré (Miocinema)
- Dopo vent’anni di matrimonio Maria confessa al marito di avere come amante un suo studente. Richard non la prende bene, nonostante la coppia sia intellettualmente aperta. Maria così se ne va. In realtà non troppo lontano. Attraversa la strada e prende una camera, la 212 (da cui il titolo originale del film: “Chambre 212”), e guardando dalla finestra spia i movimenti del consorte all’interno della casa, ripassando con la memoria gli anni vissuti insieme e con i vari “intrusi”.
Honoré, da sempre cantore di un amore libero e provocatorio, firma un film coraggioso dove il tempo e i personaggi non confluiscono in tanti flashback, ma si materializzano all’interno della stessa inquadratura, dando forma fisica ai ricordi, in una frattura temporale che permette a ciascuno di vivere contemporaneamente passato e presente. “L’hotel degli amori smarriti”, titolo un po’ più a effetto (e di per sé non brutto) scende nell’abisso del rapporto coniugale, all’interno di una commedia intelligente, spiritosa e non priva di cattiveria arguta. Un film rischioso e spiazzante, dove tra tutti eccelle la bravura di Chiara Mastroianni, qui al fianco del cantautore Benjamin Biolay, suo effettivo ex marito. Voto: 7.
IN VIAGGIO VERSO UN SOGNO – THE PEANUT BUTTER FALCON di Tyler Nilson, Michael Schwartz
– Zak, un ragazzo affetto da sindrome di Down scappa dall’Istituito dove è in cura, per raggiungere il proprio mito Salt Water Redneck, campione di wrestling, per chiedergli di addestrarlo a diventare egli stesso un campione. Rincorso dalla volontaria Eleanor (Dakota Johnson), che non ha evitato la sua fuga, incappa nel bordeline Tyler (Shia LaBeouf), che dapprima scocciato dalla sua presenza, alla fine lo aiuta a rincorrere il proprio sogno. Una commedia, dai risvolti drammatici, di una coppia di registi, sulla (im)possibilità di essere normali, sufficientemente carica di forza emotiva (a cominciare dalle prove attoriali, in primis quella di Zack Gottsagen, realmente affetto dalla malattia), ma anche abbastanza convenzionale nelle tappe di progressione narrativa, fino a un finale conciliante. Voto: 6.
  Ultimo aggiornamento: 25-07-2020 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA