Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Cannes 75. Tra boria e noia si chiude
Ma è un festival sempre più tra "amici"

Domenica 29 Maggio 2022

 

Non si può certo dire che Cannes non ami i suoi registi preferiti, sembra un po’ il festival degli amichetti: in Concorso finiscono sempre gli stessi nomi, i premi trovano bis, ter e anche più, come il caso, ormai salutato da sorrisi, dei fratelli Dardenne, già due Palme all’attivo, più svariati premi. Si potevano mandare a casa senza niente almeno stavolta? No, e infatti si sono inventati il Premio Speciale del 75° anniversario. Sia chiaro: la coppia di registi belga ha un suo valore, ha segnato perfino uno stile, ma da tempo ormai è “chiusa” nel suo cinema, che non ha più la forza degli esordi.

Altri esempi? La Palma la vince lo svedese Ruben Östlund: l’aveva già in mano 5 anni fa con “The square”. Non è del tutto il nuovo Bille August (doppia sconcertante Palma 1988 e 1992), perché è decisamente meglio, ma il suo “Triangle of sadness”, ”The square” lo echeggia indubbiamente, riuscendo a essere una versione più greve e sarcastica, film politico e sufficientemente superficiale, divertente e troppo lungo, non certo il migliore del Concorso. Prendiamo poi il giovane Lukas Dhont, che dopo la Camera d’or (la miglior opera prima) qui nel 2018 con “Girl” vince ex aequo il Gran Premio con “Close”, film toccante e commovente sull’amicizia di due adolescenti, ma film piccolo, fragile e troppo perfettino. Infine la francese Claire Denis, che tutti amiamo ma che stavolta con “Stars at noon” ha firmato forse il suo film più evanescente che misterioso, si è portata a casa l’altro Gran Premio. Insomma tutto qui sta diventando noioso. Il cerchio si chiude con il premio al miglior attore al sempre bravo Song Kang-ho per il film forse meno riuscito del giapponese Kore-eda, Palma del 2018 (ma il premio lo meritava il superlativo Benoît Magimel per “Pacifiction”). Restano fuori James Gray (tanto per cambiare: cosa dovrai mai fare per vincere qualcosa?), Albert Serra (film troppo difficile…), David Cronenberg, che meritavano di essere ricordati.

C’è un po’ d’Italia per fortuna. Poca in gara si porta a casa il Premio della Giuria con “Le 8 montagne”, dove tutto è italiano (libro di Paolo Cognetti, attori da Luca Marinelli a Alessandro Borghi e Filippo Timi, la produzione Vision e Wildside, il paesaggio della Valle d’Aosta), tranne i registi (belgi: Van Groeningen e Vandermeersch), che stavano sul palco a ricevere il premio, anche questo ex aequo con “Eo” di Jerzy Skolimowski, che ha un asino per protagonista ed è girato anche nel nostro Paese. Degli altri premi meritato quello per l’attrice (Zahra Amir Ebrahimi per “Holy Spider”), per la sceneggiatura a Tarik Saleh per “Boy from heaven” e impeccabile quello per la regia a Park Chan-wook per il suo “Decision to leave”. Niente invece all’iraniano “Leila’s brothers”, un po’ troppo amato da tanti e dato per vincitore dai rumors della vigilia. E niente anche a “Nostalgia” di Mario Martone, che finisce meno di quanto meriterebbe nei palmares, anche se stavolta ci può stare.

Non è stata un’edizione memorabile. Diversi buoni film, certo. Ma anche niente che abbia stabilito un contatto con l’eccezionale. Come detto molto del Concorso sembra ormai composto col pilota un po’ automatico: soliti autori, tutti grandi nomi, spesso legati a Cannes. Meglio altrove: Un certain regard, Quinzaine, dove c’è la possibilità di avere più coraggio, Insomma: una situazione di stallo. Vedremo la risposta di Venezia. D’altronde Fremaux è inossidabile e anche se da domani il festival cambia la presidenza, con l’uscita di Pierre Lescure e Canal+, l’idea del suo direttore artistico pare granitica, oltre che stanca. A questo si aggiunga un festival che deve fare i conti con le strutture sempre più datate, gli spazi sempre ristretti e quel disagio costante che si vuole arrecare alla stampa, a cominciare dagli orari delle proiezioni fino a quello della premiazione, che in pratica non era visibile in streaming fuori dalla Francia. Ma questo al mondo non interessa.

 

 

Ultimo aggiornamento: 11:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA