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Violenza, il calcio a un bivio

Domenica 3 Agosto 2014
La stagione del calcio comincia sotto i peggiori auspici. Anche le insignificanti partite estive diventano terreno di scontro tra tifoserie. A Genova l'amichevole tra Sampdoria e Eintracht è degenerata ancora prima di cominciare, con un poliziotto sfregiato al volto da una bottigliata nel tentativo di separare le opposte fazioni. E sì che la partita era stata organizzata per onorare la memoria del mitico allenatore Vujadin Boskov. Ad Auronzo il test tra Lazio e Perugia è stata l'occasione per misurare la capacità aggressiva degli ultras. Così i turisti si sono ritrovati tra poliziotti in assetto da guerriglia e lacrimogeni. L'Osservatorio sulle manifestazioni sportive si è mosso per tempo, "suggerendo" di non disputare in notturna le sfide tra Roma e Napoli ed i derby capitolini. E lanciando l'allarme per Atalanta-Verona, prima di campionato, ritenuta partita "a massimo rischio". Anche l'omicidio di Ciro Esposito non sembra aver destato più di tanto allarme. All'esecrazione generale non sono seguiti provvedimenti concreti. Tutti sollecitano decisioni drastiche, si indica l'Inghilterra come esempio da seguire, si invoca la tolleranza zero. Ma la Lega di Serie A è impegnata in ben altro, diritti televisivi, l'elezione in federazione... Ed i club sono sempre stati poco disponibili a prendere di petto i gruppi ultras violenti che riempiono le curve. Ora per il mondo del calcio c'è un'occasione storica, voltare pagina rinnovando il vertice della Federcalcio. Bisogna dare un segnale preciso a cominciare dai nomi, basta con gli equilibrismi e le convenienze, le Leghe non possono pretendere di esprimere un presidente che risponda solo ai loro interessi. Il calcio è a un bivio, non solo sul fronte della violenza. O si cambia o si muore. Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA