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Un'Italia ancora indecifrabile, ma la maglia va sempre onorata

Venerdì 6 Giugno 2014
Tradizione vuole che un premondiale zoppicante non sia foriero di sventure, anzi. Ma a pochi giorni dall’esordio a Manaus qualche perplessità è legittima. Prandelli continua a fare esperimenti, schierando addirittura la coppia Pirlo-Verratti, poco ci mancava si pestassero i piedi. In attacco nulla è definito, con Balotelli che continua a giostrare lontano dalla porta e Cassano che appare come l’unico in grado di dare imprevedibilità alla manovra. La difesa, poi, preoccupa, con Darmian che è diventato l’unica certezza. Verrebbe da dire, meno tiki-taka e più gioco verticale. Insomma, è un’Italia indecifrabile. Basta questo per "condannare" a priori Prandelli? Certo che no, tutt’altro. Intanto il citì ha dimostrato di saper mettere una squadra in campo, non ha idee preconcette, non è "innamorato" di questo o quel giocatore, sa cambiare in corsa. Non sarebbe però sbagliato, lì davanti, puntare dritto su Cerci-Cassano-Immobile/Balotelli. Dobbiamo ritrovare la via del gol, chi altri se non loro? Resta comunque un punto dolente. L’Italia non può permettersi figuracce. Nemmeno nell’amichevole più insignificante. Passi che non si riesca a vincere da 7 partite, ma un pari con il Lussemburgo - sempre strapazzato fino all’altro giorno - non esiste. Si deve andare sempre in campo per vincere. Altrimenti le amichevoli non si organizzano. C’è un "marchio" da rispettare, c’è una storia, ci sono 4 mondiali vinti, c’è un’immagine da difendere. Le sgambature sono sgambature, le partite internazionali meritano lo stesso impegno di una finale mondiale. Lo esige la maglia azzurra. E anche Cesare Prandelli deve prenderne coscienza. Ultimo aggiornamento: 13:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA