A GAMBA TESA di

Tavecchio, un comizio imbarazzante

Sabato 26 Luglio 2014
Dire che si è fatto prendere la mano, anzi, le mani, visto come gesticolava, è dire poco. La prima uscita di Carlo Tavecchio in qualità di candidato alla presidenza della Figc è stato un proclama, anzi, un debordante comizio di un "illuminato" che ridarà al calcio italico il ruolo che gli compete. Con una ciliegina finale non da poco: all’insegna del più italiani, più campioni, e meno stranieri di dubbia qualità, si è lanciato in un parallelo tra l’Inghilterra, dove giocano extracomunitari col "pedigree" e l’Italia, dove arrivano quelli «cha mangiavano banane» e diventano persino titolari, come "Opti Pobà", nome di fantasia di dubbio gusto uscito dal cilindro del vulcanico pretendente al trono. Vieni da chiedersi come la Serie A abbia deciso di mettersi nelle mani di un simile personaggio. Certo, con il pesante dissenso da parte di Juve e Roma. Ma l’investitura c’è stata, e anche da parte della Serie B. Mah... misteri del calcio. Forse la scelta di Tavecchio è stata determinata dalla discesa in campo di Demetrio Albertini, che in quanto ex calciatore stipendiato da lorsignori non viene ritenuto degno del gotha del calcio. Ma in realtà forse fa paura la competenza di Albertini e la sua scarsa propensione ad essere manovrato. Sta di fatto che un ex calciatore ha ben poche chance di conquistare la presidenza federale, mentre Tavecchio, ex democristiano navigato, pare lanciatissimo. Il presidente della potente Lega Dilettanti ci ha anche spiegato, nel presentare la sua visione del pallone che verrà, che non sarà un re Travicello, che non prenderà ordini, che nessuno potrà condizionarlo, che a 70 anni non accetterà compromessi. Sarà... ma appare ben difficile che potrà disturbare i suoi grandi elettori con decisioni sgradite o non condivise. Una cosa giusta, però, Tavecchio l’ha detta: Gianni Rivera sulla panchina della Nazionale. Perchè no? Ultimo aggiornamento: 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA