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Platini, l'Uefa e la violenza tollerata

Giovedì 18 Settembre 2014
Anche l’Uefa sembra aver relegato all’ultimo posto il problema della violenza, allineandosi a club e federazioni nazionali, quanto meno "tiepidi" su un tema invece cruciale. Al primo posto nell’agenda di Michel Platini ci sono le questioni economiche, non solo la giusta attenzione al fair play finanziario, ma anche l’enorme flusso di denaro generato dalla Champions.   L'Uefa tollera inspiegabilmente che nella ricca industria del pallone europeo ci sia spazio per spettacoli indegni quale quello andato in scena all’Olimpico di Roma nella prima di Champions. Centinaia di facinorosi fatti arrivare tranquillamente da Mosca hanno provocato incidenti sugli spalti in diretta televisiva mondiale, addirittura aggredendo steward indifesi che tentavano di contenerli. Possibile che l’Uefa di Platini non sia in grado di vietare quanto meno le trasferte alle tifoserie violente? Possibile che non si ponga un problema di totale evidenza?   Sia chiaro, nessuna tolleranza nemmeno per i teppisti giallorossi che hanno accoltellato due tifosi russi. Ma che gli ultras del Cska godessero di pessima fama era noto a tutti, però non è bastato per fermarli. E ancora una volta il problema è stato scaricato sulle forze dell’ordine (peraltro intervenute in curva tardivamente) e sugli steward. Così, quando ci scapperà nuovamente il morto assisteremo ancora una volta alla carrellata di inutili dichiarazioni indignate e di promesse di tolleranza zero. Per poi lasciare tutto com’è.   Platini, se ci sei batti un colpo. E per un momento dimentica le questioni economiche e gli assetti futuri di Fifa e Uefa. Urgono interventi drastici, non chiacchiere da salotto. Ultimo aggiornamento: 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA