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La modernità della Fifa: turbanti sì, moviola no

Sabato 1 Marzo 2014
Tutto come previsto, sotto l’abile (a seconda dei punti di vista) regia di Blatter, il capo supremo e "stagionato" della Fifa. Niente moviola, nell’era delle tecnologie basta l’occhio umano. La riunione dell'International Football Association Board (Ifab), storica perché la prima con il nuovo statuto, ha partorito il topolino. La grande novità è che si potrà scendere in campo con veli e turbanti, all’insegna della libertà religiosa. Ma la moviola no e nemmeno alcuna revisione della «stupida» (definizione di Platini) norma della tripla sanzione (rigore, espulsione del portiere e squalifica). Tutto resta com’è. Adesso l'Ifab - l'organo custode del regolamento del calcio - è formalmente un'associazione indipendente, arricchita da due commissioni consultive (una calcistica e una arbitrale). Ma sembra un'operazione di facciata. I voti sono 8, le 4 Federazioni britanniche hanno un voto a testa, il resto del mondo conta poco o nulla (può solo fare proposte) e il vero regista resta, come sempre, Blatter. Qualsiasi decisione, inoltre, deve passare con 6 voti. Insomma, i "parrucconi" non mollano e il calcio miliardario non può dotarsi di strumenti di trasparenza e credibilità. A nulla valgono le motivate opionioni degli addetti ai lavori. L’ultimo appello è venuto da Clarence Seedorf: «Finché non si applica la tecnologia ci saranno sempre polemiche. E le polemiche fanno venire il mal di testa. Non si può fermare la tecnologia: ci sono cose che non si possono vedere. Finché non si applica la tecnologia, come è successo in tanti altri sport, per aiutare i giudizi degli arbitri, che in Italia sono molto bravi, ci saranno sempre polemiche». Parole sante, parole al vento. Ultimo aggiornamento: 14:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA