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In Germania non si corre: per la F1 di Ecclestone sventola bandiera rossa

Sabato 21 Marzo 2015
Non succedeva da oltre mezzo secolo: quest’anno la Formula 1 non corre in Germania, niente Gran Premio. Dopo Hockenheim anche il mitico Nuerburgring ha gettato la spugna: per entrambi i circuiti la quota pretesa da Bernie Ecclestone, patron del Mondiale, è fuori portata, si parla di 15-20 milioni di euro.   La crisi della Formula 1 è sotto gli occhi di tutti ma non dell’esoso Big Bernie, bocciato dai fatti e ormai fuori dalla storia, ma imperterrito al comando del Circus. Non conta che la Germania sia la locomotiva della F1 e dell’automobilismo: ha il team dominante, la Mercedes; ha il vicecampione del mondo, Nico Rosberg; ha il 4 volte iridato Sebastian Vettel (oggi alla Ferrari); ha un "ventaglio" di piloti più che promettenti nelle varie classi, a cominciare da Nico Hulkenberg. Niente, Germania kaputt, il "padrino" non fa sconti. E attacca a testa bassa, accusando la Mercedes di aver lavorato «a stretto contatto» con la Fia sulla Power Unit. Parlando della supremazia del team tedesco nel Mondiale, il n.1 ha sparato a zero: «Loro sapevano un po’ di più della Power Unit perché le persone della Mercedes erano a stretto contatto con la Federazione internazionale, per definire il concetto di questo motore. Per questo hanno avuto un inizio così forte e l'hanno portato avanti e ora qualcuno li deve riprendere». Con la Germania, poi, Ecclestone ha il dente avvelenato: è il Paese che l’ha processato per corruzione e nel quale, per evitare la condanna e forse la galera, ha dovuto patteggiare sborsando una somma astronomica. Ma la F1 è ormai un mondo che scricchiola, che fa acqua. Il giochino costa troppo. E oltretutto sembra piacere sempre meno. Gli scontri, non in pista, sono all’ordine del giorno. Persino la Red Bull si è ribellata e non esclude di lasciare il Circus. Gli attuali regolamenti «uccidono questo sport e rendono le gare noiose. Se siamo totalmente insoddisfatti potremmo uscire dalla F1 - ha minacciato il proprietario della Red Bull, Dietrich Mateschitz - In estate valuteremo la situazione, costi e ricavi, e decideremo il da farsi». In realtà per Bernie Ecclestone è stata già ampiamente sventolata la bandiera rossa, ma lui continua a premere sull’acceleratore. E non guarda in faccia a nessuno. È già in cerca della prossima "vittima" sacrificale: a Monza fischiano le orecchie a più di qualcuno. Ultimo aggiornamento: 13:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA