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Il mercato dell'assurdo. Non ripara ma fa guasti

Sabato 18 Gennaio 2014
Le bandiere nel calcio ormai non esistono più. Certo, sarebbe impensabile vedere Totti con una maglia diversa da quella della Roma, o Buffon con quella dell’Inter. Ma si tratta di eccezioni. I trasferimenti ormai sono all’ordine del giorno. Ma un conto è il tourbillon a fine stagione, altra cosa il cambio di cavallo in corsa.   Il mercato invernale, a campionati aperti, è davvero insopportabile. Per tutto il mese di gennaio l’attenzione è spostata fuori dal campo, con il paradosso per i giocatori di potersi ritrovare a giocare da una domenica all’altra contro gli ex compagni. Lo chiamano mercato di riparazione, non ha mai riparato granchè. Qualche colpo c’è anche stato, vedi Balotelli dal Manchester City al Milan, per il resto è il mercato delle illusioni, o del fumo negli occhi.   Piovono critiche da tutte le parti. Una per tutte, quella di Wenger, tecnico dell’Arsenal: «Firmerei subito per abolire il mercato invernale». Nemmeno i tifosi lo gradiscono, infatti il giocatore che passa dall’oggi al domani all’avversario è subissato di fischi. Ed è anche costretto alla sceneggiata di rito: «Ho sempre amato questa maglia». Ma tant’è, si ridistribuiscono le carte e il punto vincente resta in mano sempre agli stessi.   Soldi, poi, ne girano pochi e gli scambi di conseguenza sono tutt’altro che risolutivi o "riparatori". Ma i padroni del calcio non si preoccupano mai d’essere credibili. E men che meno si allarmano per la disaffezione dei tifosi. Ultimo aggiornamento: 12:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA