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I conti non tornano, il pallone è bucato 

Lunedì 14 Aprile 2014
I conti non tornano. Da nessun punto di vista. La Serie A è un’azienda in pesante perdita, di denaro e di "clienti". Una débâcle che, però, non sembra interessare molto agli addetti ai lavori. I numeri li fornisce la Figc e parlano da soli. Nel 2012-’13 il totale dei debiti della Serie A ha raggiunto quasi 3 miliardi di euro, per la precisione 2.947 milioni. Pazienza, potrebbe dire qualcuno, un prezzo da pagare perchè tutto quanto fa spettacolo. Purtroppo, però, quel che viene messo in scena non sembra essere particolarmente gradito: infatti, sempre nel 2012-’13, negli stadi è andato perso quasi 1 milione di spettatori. Calano così i ricavi da stadio ma anche quelli commerciali, rispettivamente del 4,1% e del 3,9%. In un’azienda che produce debiti e non raccoglie consensi, in genere ci si interroga nel tentativo di prendere contromisure. Nel mondo-calcio questo non avviene. Analisi generiche, scrollate di spalle, fuga dalle responsabilità. L’agenda del pallone sarebbe piena di appuntamenti e comunque, la prossima estate, delle decisioni dovranno pur esser prese. Anche perchè non è detto che il governo Renzi confermi al Coni il contributo di 411 milioni l’anno. E la Figc per prima potrebbe vedersi drasticamente ridurre la "dotazione" girata dal Coni, pari a 68 milioni. Le altre federazioni sportive chiedono di tagliarne al calcio addirittura 32. Poi c’è la questione stadi, la tessera del tifoso da superare, le norme della giustizia sportiva da rivedere, i diritti televisivi, la struttura stessa dei campionati professionistici... Ma siamo alle solite: chiacchiere da salotto (televisivo) tante, decisioni operative poco o niente. Avanti così, tanto il pallone - che sia bucato o meno - bene o male finisce sempre in porta. Ultimo aggiornamento: 13:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA