A GAMBA TESA di

Cerci "brasiliano", Prandelli no

Martedì 19 Novembre 2013
Come lui in Italia non ce ne sono molti. Anzi, forse non ce ne sono proprio. Un tempo si chiamavano ali destre. Oggi esterni, forse, perchè anche tornanti è in disuso. Di certo è difficile trovare un giocatore italiano dalle caratteristiche di Alessio Cerci: fisicamente prestante, veloce, capace di prevalere nell’uno contro uno, dotato di tiro, inesauribile, generoso. Va in gol e dispensa assist. E perchè no? Ha l’intelligenza di chi gioca a testa alta.   Eppure il citì della Nazionale sembra tenerlo in poca considerazione. In cerca di assetti e di uomini per il Mondiale Cesare Prandelli nelle ultime due amichevoli gli ha riservato attenzioni pressochè nulle: una decina di minuti con la Germania, una ventina con la Nigeria. E anche in quest’ultima partita Cerci ha trovato il modo di dimostrare di che pasta è fatto. D’altra parte è l’anima del Toro, ha fatto impazzire l’impenetrabile difesa della Roma, andando anche a segno. Ma tant’è, Cerci non si può certo definire un punto fermo della Nazionale del condottiero Cesare. Oltretutto la Confederations Cup - a detta dello stesso Prandelli - ci ha indicato una strada obbligata. In Brasile a giugno farà caldo, molto caldo, l’orario di molte partite sarà da incubo, sotto la canicola, i tempi di recupero tra un match e l’altro saranno minimi: serviranno giocatori dalla resistenza non comune, con un fisico integro. Una tipologia di giocatore che farà la differenza. Un Cerci, insomma.    Perchè non pensarci fin d’ora? Perchè non costruire una Nazionale "brasiliana", adatta a questo particolare tipo di impegno? Se così fosse Cerci sarebbe inamovibile. Resta solo un’amichevole, con la Spagna a marzo, prima del Mondiale. Prandelli, è l’ora delle riflessioni. Ultimo aggiornamento: 11:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA