A GAMBA TESA di

Balotelli, talento impossibile da domare. Non cambierà mai, prendere o lasciare

Lunedì 21 Ottobre 2013
Non cambierà mai. Ci hanno provato in molti, presidenti, allenatori, compagni, procuratori... Mario Balotelli vuole essere così. Non è il primo e non sarà l’ultimo calciatore talentuoso e nello stesso tempo ingovernabile e imprevedibile. Maradona, Best, Gascoigne, Cassano... un campionario di cui il mondo pallonaro abbonda. E SuperMario si vuole aggiungere alla lista: un ricco bad boy perennemente immaturo baciato dal Dio del calcio. Troppo spesso personaggio da gossip più che da cronache sportive. Ormai ha 23 anni, ma non riesce a darsi pace, con quell’aria imbronciata quasi che tutti ce l’avessero con lui. Se allenatori della caratura di Mourinho e Mancini ci sono quasi venuti alle mani ci sarà pure un motivo. Nè è andata meglio con i compagni di squadra: chiedere a Jerome Boateng, Vincent Kompany e Micah Richards. Nessun rispetto nemmeno per i tifosi: all’Inter gettò la maglia a terra sotto la curva, per non parlare di quando canticchiava l’inno rossonero... Fuori dal campo ha riempito pagine di giornali. Per combattere la noia, si mise a sparare da un’auto in centro a Milano con una pistola giocattolo, per poi dire "sono un pirla". Parole sante. Poi fece irruzione con il fratello a bordo di un’auto di grossa cilindrata nel carcere di Verziano: «Avete una sezione femminile?» fu la domanda rivolta agli increduli agenti di custodia. E che dire della strana e inopportuna visita a Scampia, terra di camorra? In Inghilterra non andò meglio: notti brave a colpi di sterline, la villa in fiamme per i fuochi d’artificio, i ragazzini del City presi di mira a colpi di freccette, una collezione infinita di multe per eccessi stradali. SuperMario si lamenta anche di essere bersagliato dai falli dei difensori. Valga per tutte l’obiezione di Claudio Gentile, noto per le sue "rudezze": «Si vada a rivedere i campioni di una volta, Riva, Boninsegna e tanti altri. Non erano delle fighette». Il citì Prandelli le ha provate tutte, bastone e carota. In nome del codice etico lo ha anche lasciato a casa: «Deve dimostrare di essere finalmente maturo». Quando mai. Mario Balotelli è così e non cambierà. Prendere o lasciare. In Brasile aspettiamoci un Balotelli mondiale, in campo (speriamo) ma anche (o soprattutto?) fuori. Ultimo aggiornamento: 12:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA