Orso Bruno Marsicano, è finita una favola? Viaggio nel mondo dell'esemplare più raro del pianeta

La problematica convivenza tra uomo e l'orso che rischia l'estinzione.

Martedì 5 Settembre 2023 di Remo Sabatini
Orso Bruno Marsicano filmato di Remo Sabatini

Gli orsetti orfani di mamma Amarena sono stati  finalmente e di nuovo avvistati. Arrampicati su di un alberello, mangiavano le mele. Notizia quantomai attesa e desiderata che ha scaldato i cuori di chi, da quella maledetta notte del 31 agosto scorso, si chiede ancora perché. Amarena, infatti, era l'orsa più dolce e prolifica della sua specie. Simbolo del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, rappresentava quell'aspetto romantico che, forse, dopo la sua tragica quanto inaspettata morte violenta, sembra essere svanito assieme a lei. Sì perché era stata proprio Amarena, con i suoi cuccioli, ben sei in tre anni, a contribuire alla continuazione di una sottospecie che continua a contare meno di sessanta esemplari. Anche e soprattutto per questo, F17, la sigla con la quale era conosciuta agli addetti ai lavori, manca e probabilmente mancherà a lungo.

La sopravvivenza mai facile dell'orso bruno Marsicano

D'altro canto, per l'orso bruno Marsicano (Ursus arctos Marsicanus) la sopravvivenza non è mai stata facile.

Nel corso dei secoli e fino alla metà di quello scorso, la sua sopravvivenza è sempre stata legata ad un filo, se non un grilletto: quello del fucile. Braccato e cacciato senza pietà, era stato quasi estinto. Poi, con l'introduzione del Parco che proprio quest'anno festeggia il centenario e nuove consapevolezze, era stato miracolosamente salvato così da poter arrivare sino a noi.

Certo, per vive all'interno di quegli splendidi territori che, come indicato dal nome, toccano tre regioni, la convivenza non sempre è facile ma, probabilmente grazie anche all'indotto generato dalla presenza del plantigrado che continua ad attirare appassionati e studiosi da mezzo mondo, e più che mai necessaria. Nonostante l'esiguo numero di esemplari, infatti, la densità di orsi molto elevata in quel territorio che talvolta vede più esemplari presenti in pochi chilometri quadrati, è tra gli elementi che più interessano e attirano gli appassionati.

Così come le note incursioni da parte degli orsi cosiddetti "confidenti",nei centri abitati. Consuetudine quest'ultima, anche dalla povera Amarena. Già, ma perché, ci si potrebbe chiedere, visto tutto quel territorio selvaggio a disposizione gli orsi scendono dai monti e girano per le strade di paesi e cittadine? Tra le risposte quella che vede la possibilità di un pasto facile. Se poi, l'orso è una femmina con cuccioli al seguito, oltre cercare di placare la fame si cerca sicurezza. Come spiega anche il Parco, "Per gli orsi, soprattutto le madri, ogni pezzo di terreno conquistato significa cibo. Inoltre le zone abitate, offrono in più sicurezza e rifugio da altri orsi, maschi adulti in particolare che, in cerca di accoppiamento, ucciderebbero i cuccioli". Motivazioni più che valide per una mamma che proteggerebbe i suoi piccoli fino alla morte. Irrinunciabili se si è anche golose come pochi. Il nome Amarena, infatti, non è stato dato a caso.

 

L'orsa unica

Della prolificità di questa orsa unica, si era iniziato a parlare nei primi mesi dei 2020. Durante il periodo di latenza invernale, l'orsa aveva infatti dato alla luce ben 4 piccoli. Un evento speciale e rarissimo che sarebbe stato successivamente confermato, era ormai maggio, grazie ad una storica passeggiata dell'allegra famigliola immortalata a Villalago, piccolo centro a ridosso del lago di Scanno, mentre faceva incetta di erba, insetti e larve. Tra quei cuccioli, quel Juan Carrito divenuto famoso tempo dopo per le sue scorribande nelle pasticcerie così come nei pollai prima di trovare la morte in un tragico incidente. Come anticipato, per quanti singolare possa sembrare, i parti quadrigemini seppur eventi rarissimi, erano già stati osservati in almeno quattro occasioni in questa specie. Come spiegato ancora dal PNALM, nella Relazione Sipari si legge: "Il 21 giugno 1923 una femmina di eccezionale grandezza accompagnata da quattro figli, fu vista in traccia di cibo in contrada Campo Moriceto (Lecce ne' Marsi). La fiera uccise un cane".

Poi un evento più tragico: "Il giorno 29 novembre 1929 il pastore Melone Guglielmo di Pasquale di anni 18, da Scontrone, incontratosi nel bosco "Schiapparo" in regione "Coppo Scuro" territorio di Scontrone fuori dal perimetro del Parco, con una grossa orsa seguita da quattro orsetti, spaventati dalle grida di raccoglitori di legna, vedendosi venir contro urlante uno dei quattro orsacchiotti (di circa 5 mesi e kg 13) sbandatosi dagli altri, lo afferrò fracassandogli il cranio con la parte piatta della scure che si trovava in mano". Poi ancora nell'ottobre nel 1976, orsa e quattro cuccioli nella Marsica, infine ottobre del 1990 in riserva Feudo Intramonti dove, come ricordato in uno scritto del Parco, "Con i quattro cuccioli erano apparsi piuttosto piccoli, era stato predisposto adeguato aiuto trofico". Da cosa dipende il numero dei cuccioli? Età della femmina e disponibilità alimentare sono fondamentali. In ogni caso, partorire quattro cuccioli rimane un evento speciale. Soprattutto per una popolazione esigua numericamente e con una bassa variabilità genetica, quale è la Marsicana, i cui effetti "si traducono spesso negativamente sulla riproduzione".

L'orso Marsicano ha un tasso riproduttivo tra i più bassi osservati nell'orso bruno con un intervallo tra i parti, di 3-4 anni. La golosità è tipica negli orsi. Lo sapeva bene Amarena così come lo sa speriamo ancora a lungo la vecchia Gemma, protagonista di razzie di torte a Scanno, o di F18, meglio nota come Giacomina, che spesso divideva miele e frutta piu o meno nel medesimo territorio gradito a Amarena. Certo, infilarsi di soppiatto nei pollai e nelle pasticcerie significa, oltre al danno arrecato rimborsato da ente Parco così come qualche associazione di salvaguardia, può comportare dei rischi. Oltre a quello di finire  impallinati o peggio, il traffico veicolare che si affronta nello spostarsi, non è cosa da poco. Si perché, alla fine della fiera, per un orso, le probabilità di morire per cause naturali sono veramente poche. Nel periodo compreso tra il 1970 e il 2021, dati diffusi dal Parco, sono morti 130 orsi. Di questi, soltanto il 18-20% per cause naturali.

Contro il 28-32% deceduti per cause antropiche e il 42-48% per motivi legati alla illegalità. Dati drammatici che stanno a dimostrare quanto la convivenza con questi animali sia più che mai necessaria. Prima che sia troppo tardi. Amarena non può essere morta invano. Lo pensa chi la immagina assieme al suo Juan Carrito così come chi, invece la vede a fianco dei due orfanelli arrampicati su quell'albero di mele. Forse è possibile le due cose insieme. Come se quella favola che sembrava finita possa invece e comunque proseguire per sempre. L'orso Marsicano, simbolo del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, ha un carattere molto più tranquillo del cugino nordamericano ed è più piccolo. Un maschio adulto può pesare dai 140 ai 210 kg. Così come la lunghezza che è compresa tra 150-180 cm. L'aspettativa di vita è di circa 35-40 anni. Onnivoro, per circa l'80% si nutre di vegetali, bacche, frutti di bosco e miele. Non disdegna le carcasse animali. Dopo una gestazione di circa 180 giorni, il nuovo nato pesa 500 grammi.

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