Quello che accade al Festival Gadhimai, la celebrazione rituale che si tiene ogni cinque anni nel villaggio nepalese di Bariyarpur, ai confini con l'India, è difficile anche soltanto da immaginare. Un vero e proprio bagno di sangue dove, gli animali, radunati per l'occasione a decine di migliaia, sono uccisi a colpi di machete di fronte alla folla in preda all'eccitazione.
L'atmosfera della tre giorni del festival, è irreale. Il luccichio dei grossi coltelli affilati per l'occasione con i gemiti e le urla disperate degli animali che, di volta in volta, vengono sacrificati, mescolati alle litanie di canti e preghiere sollecitati dagli sciamani, lasciano senza parole. Come si fosse sbalzati indietro nel tempo, durante quei tre, lunghissimi giorni, tutto sembra fermarsi, tranne le uccisioni. Lente e dolorose, quelle proseguono e saranno sopportate da bufale, pecore, capre, polli, piccioni e addirittura ratti.
La morte, soprattutto per gli animali più grossi, spesso arriva dopo interminabili minuti dovuti ai colpi maldestri dell'uccisore di turno.