Era rimasta tre mesi in un fosso dell'abitato di Trevignano Romano, località della provincia di Roma affacciata sul lago di Bracciano. Intrappolata, probabilmente a seguito di una caduta, non fosse stato per l'intervento di volontari e animalisti che l'avevano sfamata, per la cinghialotta sarebbe stata la fine.
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L'allarme lanciato dagli animalisti
Da qui l'allarme lanciato da Animalisti italiani onlus che, venuti a conoscenza del fatto, dopo un sopralluogo avevano sollecitato le istituzioni così da poter salvare l'animale. Istituzioni che alla fine, è notizia di queste ore, hanno risposto liberando finalmente la cinghialotta. «La sindaca, hanno spiegato gli attivisti sulla propria pagina social, ha autorizzato il prelievo senza l'abbattimento, come vorrebbe l'ignobile procedura prevista dalla legge».
Una volta liberata da quella prigione, la femmina di cinghiale è stata curata e anche se per l'occhio ferito forse non ci sarà molto da fare, sembra godere di buona salute. Ribattezzata Nina, ora è assistita in un rifugio dove potrà semplicemente vivere.