Animali, lo studio choc: «A Bruxelles si consuma carne di animali africani protetti, venduta nei mercati all'aperto»

Domenica 13 Dicembre 2020 di Remo Sabatini
Animali, lo studio choc: «A Bruxelles si consuma carne di animali africani protetti, venduta nei mercati all'aperto»

La carne di diverse specie animali africane protette, finisce in vendita sulle bancarelle dei mercatini all'aperto di Bruxelles.

Questo, il drammatico esito di un nuovo studio pubblicato su Biodiversity and Conservation e condotto dal team diretto da Sophie Gombeer del Royal Belgium Institute of Natural Sciences che ha dimostrato la presenza di almeno tre specie africane protette in mezzo agli altri tagli di carne messi in vendita in alcuni mercati della capitale belga. Tagli e pezzi di carne che, stando a quanto riportato dallo studio, fiscono regolarmente sui banchi di mercati e mercatini tra frutta e verdura e merci varie. Tre, le specie certamente implicate nel traffico e vendita illegali, tutte protette dal CITES: il cercopiteco di brazzà (Cercopithecus neglectus) il cercopiteco nasobianco del Congo (Cercopithecus ascanius) e un bovidae, il cefalofo azzurro (Philantomba monticola).

Lo studio

Di tutte e tre le specie, seppur classificate a rischio minimo di estinzione, in Europa è vietata l'importazione della carne. Nonostante questo, quella che in gergo viene definita "bushmeat" (carne del deserto cespuglioso) è stata trovata in vendita regolarmente e illegalmente per anni. Da tempo, infatti, stando a quanto riportato da diversi studiosi, si era vociferato di tale traffico di selvaggina africana protetta. Voci che, sempre più insistenti, adesso hanno trovato la certezza della prova. Il team di ricercatori protagonisti dello studio, infatti, tra il 2017 e il 2018 aveva fatto regolarmente la spesa in cinque mercati di Bruxelles dove avevano acquistato i diversi tagli di bushmeat. Successivamente analizzata in laboratorio, grazie al DNA era stato possibile risalire alla provenienza di quella carne che, tuttavia, sembra sia molto apprezzata e richiesta da persone immigrate che provengono da diversi Paesi africani. Stando a quanto riportato dallo studio, la consumano regolarmente per sentirsi, in qualche modo a casa. A questo proposito è bene sottolineare che, seppur protette, queste specie sono da tempo immemore parte della normale dieta di molte popolazioni africane che, spesso, non hanno modo di accedere ad altro tipo di carni provenienti da allevamento. Anche e soprattutto per questo, viene sottolineato, non vi è alcuna necessità di replicare la medesima abitudine in Europa. 

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