Balene beluga prese a calci e pugni.
Quella a sinistra si chiama Nil e ha 12 anni e pesa una tonnellata. L'altra, Lear, è un maschio di 13 che stazza una tonnellata e mezzo. Il filmato, dopo qualche attimo nel quale si vede il trainer impartire ordini, va subito al sodo. E allora ecco Dmitry che, spazientito, prima prende a pugni Nil, alla sua sinistra e poi, non contento, sferra un paio di calcioni a Lear. A questo punto, con le balene evidentemente intimorite - la pelle delle beluga al pari di quella dei delfini, è molto sensibile - il filmato si interrompe. Parlare di dolore è forse esagerato, perché la mole delle balene è quella che è, ma certo è triste vedere questi atteggiamenti violenti da parte dell'ammaestratore. Inutile sottolineare le reazioni provocate da quelle immagini che, seppur diffuse da poche ore, risalgono al 5 maggio scorso. Alla fine, le successive giustificazioni della direzione del delfinario a difesa del trainer che, secondo loro, avrebbe agito solo per interrompere un momento di aggressività delle beluga, paiono fuori posto. Come quelle balene costrette a vivere in una piscina in cui vengono trattate in quel modo.