Telefonate, messaggi, appostamenti continui.
Da tempo continuava a perseguitare la ex compagna e anche il figlio che, nel corso di una relazione ormai finita, aveva avuto da lei. Un comportamento che già aveva spinto il magistrato a togliergli la potestà genitoriale, lasciando il ragazzino alle cure esclusive della madre. Nonostante questo, il quarantacinquenne non aveva mollato la presa e aveva continuato a cercare di imporsi nella vita della ex compagna. E lei ha continuato costantemente a dire che di riprendere la storia non aveva neanche la più lontana intenzione.
Una delle ultime incursioni l’aveva messa a segno qualche giorno fa, a fine novembre. Era andato in casa della ex e aveva di nuovo cominciato a riempirla di insulti. La giovane donna romena ha raccolto tutte le sue forze e, proprio in quell’occasione, ha deciso di chiamare i carabinieri, che si sono recati nella sua abitazione. L’uomo però, era riuscito ad allontanarsi nelle more dell’arrivo della pattuglia. Ma lasciando cadere una minaccia pesante: sarebbe tornato, magari proprio armato di quel coltello che aveva lasciato in auto.
Più che in passato la donna si è trovata a temere per la propria vita e anche per il futuro del figlio. Già quelle continue telefonate che arrivavano a tutte le ore del giorno e della notte, spesso piene di frasi minacciose e irripetibili le avevano creato un potente stato d’ansia, l’avevano costretta a cambiare le due abitudini. Anche perché si era accorta che il suo ex, in più occasioni, l’aveva pedinata, o si era appostato in luoghi che sapeva frequentati da lei o dal figlio. Così ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine. Che in questo periodo particolare sono particolarmente attente alla violenza di genere. E che invitano tutte le donne «a trovare la forza di opporsi alle varie forme di violenza e abusi domestici, poiché solo infrangendo il muro del silenzio e informando le istituzioni sarà possibile - sottolineano i carabinieri - intervenire in tempo. Prima che determinate situazioni, a volte apparentemente innocue, possano degenerare in irreparabili atti di aggressività fisica e psicologica».