Minacce e incendi: nonna-preside perseguita i parenti per l'educazione delle nipotine. Sotto inchiesta

Mercoledì 21 Febbraio 2024 di Giuseppe D'Intino
Il Tribunale di Pescara

L’affetto della nonna per le sue nipotine è talmente morboso che, al timore che possano essere allontanate, si è trasformato in persecuzioni contro l’intera famiglia. È per questo che una donna di 68 anni rischia il processo per atti persecutori, minacce aggravate e continue e danneggiamento con incendio.

Secondo quanto ricostruito dalla procura, la vicenda non ha avuto inizio tra le mura domestiche, ma a scuola. L’imputata, infatti, è anche preside di elementare e media di Pescara, le stesse scuole frequentate dalle nipoti di 9 e 11 anni.

La dirigente scolastica, forte del suo ruolo, avrebbe strettamente controllato le due bambine, seguendole nei corridoi, irrompendo ripetutamente nelle loro aule, spostando il proprio ufficio sul loro piano e monitorandole dalla finestra. A lungo andare, l’eccessiva attenzione della nonna paterna ha turbato le nipoti, le quali si sono rivolte ai loro genitori. Quando quest’ultimi l’hanno rimproverata, nella mente della donna si sarebbe fatta largo l’idea di poter perdere, anche a causa dell'intervento dei familiari, l’affetto delle nipoti.

Così, tra aprile e maggio dello scorso anno, l’imputata avrebbe recapitato inquietanti messaggi anonimi al figlio, alla nuora e ai consuoceri. «Farete una brutta fine, è una delle diverse minacce messe nero su bianco. Addirittura, la donna sarebbe responsabile anche di due incendi: in due distinte occasioni, avrebbe dato alle fiamme lo zerbino e il bidone dell’immondizia della famiglia perseguitata. Per questi episodi, le vittime si sono rivolte alle forze dell’ordine e una microcamera della polizia nascosta nella cassetta della posta ha immortalato la preside mentre inseriva i bigliettini. «Quando si è scoperto che si trattava della nonna, la famiglia è rimasta sbigottita», racconta Paola Di Cioccio, avvocato della nuora e dei suoi genitori.

La responsabilità sarebbe stata confermata anche dall’analisi tecnico-informatica svolta dal perito Davide Ortolano: la donna avrebbe scritto le minacce dal computer della scuola. Il pm Andrea Di Giovanni ha chiesto il rinvio a giudizio della preside, difesa dal legale Mirco D’Alicandro, per il quale si deciderà il 7 marzo. 

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