«Papà picchia la mamma». 45enne patteggia tre anni. Botte alla ex davanti ai due figli quando faceva uso di alcool e droga: è in carcere

giovedì 16 gennaio 2025 di Teodora Poeta
«Papà picchia la mamma». 45enne patteggia tre anni. Botte alla ex davanti ai due figli quando faceva uso di alcool e droga: è in carcere

L’uso di droga e alcool lo avevano portato ad avere le allucinazioni, tant’è che quando è avvenuto l’ultimo violento episodio che l’ha portato a finire in ospedale, prima in Rianimazione poi in Psichiatria dove si trovava quando poi gli hanno notificato la misura cautelare per cui è finito in carcere accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’aver commesso i fatti in presenza dei figli minori che, però, lui non ha mai picchiato, era convinto che in casa fossero entrati i ladri e lui stesso ha chiamato le forze dell’ordine.

L’ALLARME
Ma prima ancora, disperato, era stato il figlio maggiore di appena 8 anni a raccontare a scuola alle maestre quello che lui e il fratellino erano costretti a vedere quando tornava a casa e a riferire che il papà picchiava la loro mamma: «Gli dà le botte», aveva detto il bambino a scuola, facendo così scattare l’inchiesta della procura. Ieri, l’uomo, un 45enne teramano, ancora detenuto in carcere dallo scorso ottobre, ha patteggiato la pena davanti al giudice Roberto Veneziano a tre anni di reclusione. Il suo difensore, l’avvocato Nello Di Sabatino, ha anche presentato richiesta di arresti domiciliari in una comunità di recupero. È stato lui stesso, in fase di udienza di convalida, ad ammettere la sua dipendenza da alcool e droga. Anche la sera dell’ultimo episodio ne aveva fatto uso e dopo essere rincasato era andato in bagno e lì ha spaccato tutto in preda alle allucinazioni. In casa c’erano la moglie e i loro due bambini. «Sono pentito e voglio curarmi», queste erano state le sue parole davanti al gip. Ma adesso dovrà essere in grado di dimostrarlo con i fatti. C’è voluto il coraggio di un bambino di 8 anni per far emergere questa storia di violenza familiare. Quando il bimbo ha raccontato tutto alle sue maestre non ce la faceva più. Le scene che vedeva erano diventate insopportabili. Ogni giorno la stessa cosa. Prima le urla poi gli schiaffi, i pugni e i piatti rotti. Tutto questo mentre lui e il fratellino erano costretti a guardare senza poter far nulla per fermare il papà che senza motivo faceva piangere la mamma e la lasciava lì, talvolta con i lividi, a dover ripulire e a far finta di niente con loro. Troppo a quell’età da sopportare. E così la decisione di parlare con qualcuno. Dopo le sue confidenze le insegnanti della scuola primaria hanno segnalato agli assistenti sociali e da lì si è messa in moto la macchina giudiziaria.

LE INDAGINI
A seguire le indagini sono stati gli uomini della polizia che in realtà già in passato avevano fatto un intervento con la volante dopo una chiamata da parte dei vicini. Secondo l’accusa l’uomo è ritenuto responsabile di aver posto in essere continue condotte vessatorie fisiche e psicologiche in danno della moglie anche davanti ai figli piccoli. In particolare lui l’avrebbe colpita con schiaffi e pugni, talvolta anche afferrandola per il collo come a volerla strozzare, arrivando pure a minacciarla di morte. «Ti ammazzo, ti faccio fare una brutta fine se non fai quello che ti dico io», le diceva nei momenti di rabbia. Ricordandole che sarebbe anche potuto arrivare a toglierle i figli e a non farglieli più vedere, in questo modo sottoponendo la moglie a pressioni psicologiche che l’hanno indotta a non denunciarlo per paura di perdere per sempre i bambini.

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