A uccidere l’orefice Giuseppe “Peppe” Marini è stata una tromboembolia polmonare. È emerso dall’autopsia che si è tenuta ieri mattina ed è stata svolta dal medico legale Davide Girolami.
L’incidente è avvenuto la mattina del 27 luglio, intorno alle 8:30, sulla statale 150, all’altezza del cimitero di Roseto. Marini, 76 anni, aveva detto alla moglie di voler andare a trovare il figlio Simone, morto anch’egli in un incidente stradale una decina di anni fa. Quindi aveva preso la bicicletta elettrica per scendere da Voltarrosto, dove viveva, al cimitero di Campo a Mare, per circa tre chilometri. Proprio quando si trovava nelle vicinanze dell’ingresso del cimitero, un furgone bianco lo ha investito ed è scappato. Per giorni ha lottato tra la vita e la morte, superando anche due gravi interventi chirurgici, uno al polmone e l’asportazione della milza e un ricovero di 76 giorni. La storia di Marini era già molto triste: la perdita del figlio Simone, a cui era legatissimo, a soli 38 anni. Coloro che lo conoscevano bene riferiscono che non aveva mai superato questo lutto e quasi tutte le mattine andava sulla tomba del figlio. La perdita di Marini, che era ben voluto e stimato da tutti, ha commosso l’intera comunità. Centinaia i messaggi sui social di cordoglio. Peppe lascia la moglie Elisa e la figlia Raffaella. I funerali si terranno oggi alle 15 nella chiesa Beata Teresa di Calcutta nella frazione di Santa Petronilla a Roseto.