«Ci hanno detto che non potremo avvicinarlo, ma andiamo lo stesso a Roma per fargli avere un ricambio di indumenti. Sapere che sta bene e che sarà tenuto sotto controllo è per noi di grande sollievo: non vediamo l’ora di riabbracciarlo a casa tra un paio di settimane». Dopo giorni vissuti col fiato sospeso, «ma mai di vera preoccupazione», Giulio Di Berardino si rilassa e sorride: sa che suo figlio Lorenzo sta bene e che non appena avrà completato il periodo di osservazione a Roma, potrà tornare a Pescara.
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Lorenzo Di Berardino, studente universitario pescarese di 22 anni, è uno dei passeggeri arrivati questa mattina verso le 10 all’aeroporto militare di Pratica di Mare di ritorno da Wuhan. Il gigantesco KC-767A del 14mo Stormo dell’Aeronautica Militare è stato inviato dal governo per riportare a casa gli italiani rimasti bloccati nella città cinese da quando è esplosa l’epidemia del Coronavirus. «Sappiamo che Lorenzo dovrà restare per due settimane alla Cecchignola per una quarantena allestita negli alloggi del centro sportivo olimpico - ha spiegato papà Giulio, avvocato -. E’ stato fortunato perché sta bene - chi accusa i sintomi sarà invece portato allo Spallanzani -. In questi giorni è rimasto chiuso nello studentato che lo ospitava ed è uscito solo due volte per fare la spesa. Quando l’epidemia si è diffusa e la città si è desertificata, è stata la stessa mensa universitaria a fornirgli i pasti in camera. Una organizzazione eccezionale» racconta Giulio Di Berardino.
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Lorenzo sarebbe dovuto rientrare in Italia il 28 gennaio dopo un corso di cinque mesi all’Università Zuel di Wuhan. «Mio figlio è iscritto al quarto anno di Giurisprudenza con indirizzo internazionale all’Università di Trento - racconta il padre -. Sogna una carriera diplomatica ed è affascinato dall’Oriente, in particolare dal Giappone. In Cina, grazie alla collaborazione tra i due atenei, ha seguito corsi di lingua e di diritto cinese e nel periodo di Natale ha superato gli esami. Ne avrebbe dovuto sostenere uno a Trento giovedì prossimo, ma dovrà per forza di cose rinunciarci».
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Nei giorni di massima allerta a causa del Coronavirus, Lorenzo è sempre rimasto in contatto con il padre Giulio e la mamma, Alessandra Genco, consigliera regionale di parità: «Ci ha spiegato che già da Natale a Wuhan si parlava di questa epidemia influenzale e grazie alle videochiamate tramite WeChat, il Whatsapp cinese, abbiamo ogni volta potuto verificare le sue buone condizioni di salute. Con foto postate su facebook e Instagram ha illustrato l’evolversi della situazione, le strade deserte, le prime file ai supermercati comunque sempre ben riforniti, e per questo è stato intervistato da televisioni e testate italiane». Un po’ complicato è stato ieri il transfer all’aeroporto di Wuhan. «Sono pochi i tassisti autorizzati a circolare - spiega ancora Giulio Di Berardino -. Lorenzo avrebbe dovuto affrontare una camminata di due ore per raggiungere il punto di raccolta e quando si era ormai rassegnato l’Università di Zuel gli ha messo a disposizione una vettura». Lorenzo sarà oggi a Roma e papà Giulio ha voluto ringraziare il governo italiano «per il ponte aereo tra l’altro a costo zero per i passeggeri» e l’Università di Trento «che ha assistito al meglio il ragazzo in ogni esigenza e ci ha sempre informato degli sviluppi della situazione». Lorenzo tornerà in Cina? «Sicuramente sì, ne è entusiasta e sta pensando di stabilirsi lì».
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Lorenzo: tornerò presto in Cina, è stata una disavventura. «Tornerò presto in Cina.