La fuga dall’ Afghanistan per trecento profughi è finita, ieri sera, al centro della Cri che è stato allestito in pochi giorni all’interporto di Avezzano.
«Non pensavano che accadesse tutto quello che si sta verificando ora. Sapevano che il governo afgano non era in grado di resistere e coordinare il popolo e che i talebani sarebbero tornati» dice un addetto ai lavori. «Ormai siamo nella situazione in cui si trovava l’Afghanistan 25 anni fa: il popolo afgano è molto legato alla sua storia e alle sue origini, ma quando ti senti in pericolo di vita non hai molta scelta ed è per questo che molti di noi stanno lasciando il paese».
Comincia nel campo dell’interporto di Avezzano la nuova vita dei trecento profughi afghani: dopo essere atterrati l’altra notte all’aeroporto di Roma Fiumicino con un volo dell’Aeronautica militare nell’ambito dell’operazione “Aquila Omnia”, ieri hanno raggiunto l’interporto a bordo di mezzi dell’Esercito e della Guardia di Finanza. Dopo i controlli di rito e la somministrazione del tampone anti Covid, trascorreranno un breve periodo di quarantena (circa 10 giorni) per poi essere smistati in strutture individuate dalla Prefettura o nelle Case dei Comuni. Ma gli arrivi non si fermano qui: a giorni sono previsti altri mille profughi ed è per questo che all’Interporto, da giorni si lavora per organizzare un campo con tutti i servizi necessari ma tenendo in considerazione anche il Covid .