Abruzzo, cala il lavoro: verso quota 54mila disoccupati

Mercoledì 14 Dicembre 2022 di Alessia Centi Pizzutilli
Abruzzo, cala il lavoro: verso quota 54mila disoccupati

Per il 2023 le previsioni economiche per l'Abruzzo non sono particolarmente rosee: rispetto al 2022 la crescita del Pil e dei consumi delle famiglie è destinata ad azzerarsi e ciò contribuirà a incrementare il numero dei disoccupati di quasi mille unità.

Il quadro emerge dall'analisi dell'Ufficio studi della Cgia, sulla base di una elaborazione dei dati Istat e delle previsioni Prometeia. Il numero complessivo degli abruzzesi senza lavoro nel 2023 sfiorerà quota 54mila: secondo le previsioni, infatti, il prossimo anno saranno 848 i nuovi disoccupati, per un totale di 53.744. Nel dettaglio, complessivamente sono 10.952 i disoccupati previsti nella provincia di Teramo, 12.536 in quella dell'Aquila, 15.990 in quella di Chieti e 14.266 in quella di Pescara.

La variazione rispetto alle stime del 2022 è pari a +1,6%, un dato che seppur negativo pone l'Abruzzo tra le regioni italiane con la crescita meno elevata in termini di disoccupazione. Solo quattro regioni italiane, infatti, hanno raggiunto un dato migliore rispetto all'Abruzzo. A livello provinciale, solo per il Pescarese (al 95esimo posto in Italia) è previsto un calo della disoccupazione dello 0,8%, con 119 persone in meno senza un lavoro. Il tasso più alto di crescita per il 2023 dovrebbe invece riguardare - secondo la Cgia - il Teramano (43esimo a livello nazionale), dove si prevede un aumento di 484 disoccupati, per una variazione pari a +4,6%. Seguono la provincia dell'Aquila (56esima in Italia) con 246 disoccupati previsti in più (+2%) e il Chietino (58esimo posto a livello nazionale) con 239 unità occupate in meno (+1,5%).


Secondo Carmine Ranieri, segretario della generale Cgil Abruzzo e Molise, quelli che emergono dall'analisi della Cgia «sono dati sicuramente pesanti», soprattutto contestualizzandoli nel quadro della precarietà del lavoro. «È una previsione che fa il paio con le riduzioni degli orari e il lavoro a intermittenza - afferma al Messaggero Ranieri - Sono sempre di più le persone che lavorano solo per pochi giorni al mese o che fanno un part time involontario e questo crea ancora maggiori difficoltà ad andare avanti. Non dimentichiamo poi gli stipendi da fame e l'aumento della povertà relativa e in alcuni casi assoluta, oltre a tutte le forme di occupazione precaria. In una fase in cui l'inflazione cammina, con una previsione del 17%, le persone che già si trovano in situazioni di disagio o povertà diventano ancora più povere. Tutto questo vuol dire che ci saranno meno soldi a disposizione delle famiglie e di conseguenza diminuiranno anche i consumi, ecco perché questa situazione pone la nostra economia in una spirale assolutamente negativa». Come riporta la Cgia, sebbene non sia facile stabilire oggi i settori che nel 2023 saranno maggiormente interessati dalle riduzioni lavorative, è verosimile pensare che i comparti manifatturieri, specie quelli energivori, potrebbero subire contraccolpi occupazionali. Un altro dato che fotografa la situazione abruzzese riguarda poi le richieste di reddito di cittadinanza, che risultano in aumento rispetto allo scorso anno.

«C'è una crisi che avanza e lo dimostra l'aumento di domande del reddito di cittadinanza, dato che va ad aggiungersi a quello che riguarda i nuovi disoccupati - aggiunge il segretario della Cgil - Il numero dei nuclei richiedenti per regione (dato costantemente in calo dal 2019 al 2021), nel 2022 è tornato a crescere sia in Abruzzo che in Molise. In Abruzzo, infatti, sono stati 24.426 i nuclei richiedenti (+3.460) e in Molise 6.532 (+1.182). Il trend di crescita sul 2021 è in linea con il dato nazionale». In calo rispetto al 2021, invece, sia in Abruzzo che in Molise, è il numero dei nuclei che hanno percepito almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza: «In questo caso però a influire sono anche le tempistiche di pagamento e comunque, facendo una proiezione sui due mesi mancanti del 2022, è verosimile che a consuntivo il dato sia in aumento rispetto allo scorso anno - prosegue Ranieri - Inferiore, rispetto al dato nazionale, il numero dei componenti medi di ogni nucleo familiare percettore di reddito o pensione di cittadinanza: se in Italia infatti con 2,17 si superano i due componenti medi a nucleo, in Molise ci si attesta esattamente a 2 e in Abruzzo a 1,97. Si spiega, in tal senso, anche il dato dell'importo medio dell'indennità: rispettivamente con 521,32 euro e 524,45 euro l'Abruzzo e il Molise fanno registrare un dato più basso rispetto alla media nazionale che è invece pari ad 551,42 euro».
 

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