Pierfrancesco Favino e Paola Cortellesi leggono le proibizioni e i divieti inflitti agli ebrei con le leggi razziali

Hanno risuonato con una grazia speciale, seppure in un luogo che fu di dolore e ingiustizia, le parole toccanti e umanissime di Liliana Segre questa sera, in diretta su Rai1 dal...

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Hanno risuonato con una grazia speciale, seppure in un luogo che fu di dolore e ingiustizia, le parole toccanti e umanissime di Liliana Segre questa sera, in diretta su Rai1 dal Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano da dove è andato in onda «Binario 21», evento televisivo realizzato in occasione del Giorno della Memoria. Accompagnata da Fabio Fazio, la senatrice, un cappotto scuro e una sciarpa a proteggerla dal freddo, è stata protagonista di un racconto civile collettivo e personale insieme, tornando, come tante volte ha fatto nella vita, ancora in quel sotterraneo, nascosto agli occhi nelle viscere della Stazione posta subito sopra, che tanto ha significato per lei: proprio dal Binario 21 infatti il 30 gennaio del 1944 partì il treno merci che la condusse allora tredicenne al campo di sterminio di Auschwitz, insieme ad altre 604 persone, fra cui suo padre Alberto e da dove fecero ritorno solo in 22.

«Per arrivare a non odiare quando si è perso tutto e quando sai come sono finite le persone che amavi, ci vuole un lungo percorso. Io non perdono, non son capace, ma sono riuscita negli anni a non odiare. Ho avuto tre figli, quando li allattavo non potevo odiare, una mamma non può odiare», ha detto, osservando Fabio Fazio porre una pietra dentro uno dei vagoni in segno di commemorazione. Donna di pace, «libera dall'odio», in questo speciale televisivo, nel quale si sono succeduti gli interventi di Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino, la senatrice in un lento e doloroso riavvolgersi della memoria ha raccontato con precisione tutto ciò che ha vissuto, i fatti, le persone, i luoghi simbolo.

(RaiPlay)

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Il Gazzettino