Padova. Statua del Gattamelata, sopralluogo del comitato tecnico-scientifico. Ma Vittorio Sgarbi si oppone: «No scorciatoie per improponibili copie»

PADOVA - L'arcivescovo Fabio Dal Cin, delegato pontificio per la Basilica di Sant'Antonio, ha salutato questa mattina 9 gennaio, l'inizio dei lavori del Comitato...

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PADOVA - L'arcivescovo Fabio Dal Cin, delegato pontificio per la Basilica di Sant'Antonio, ha salutato questa mattina 9 gennaio, l'inizio dei lavori del Comitato tecnico-scientifico per la valutazione dello stato di salute del monumento equestre al Gattamelata di Donatello e dei lavori successivi. I membri del comitato sono saliti sui ponteggi allestiti dalla delegazione, per una prima tappa del lungo lavoro di analisi dello stato di conservazione dell'opera. Sarà un lavoro di molti mesi, dedicato a stabilire che tipo di restauro mettere in atto a tutela dell'opera. Presidente del comitato è il soprintendente alle belle arti, Fabrizio Magani. Gli altri membri del comitato sono Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell'arte medievale alla Normale di Pisa; Giovanna Valenzano, ordinaria di Storia dell'arte medievale all'Università di Padova, e Maria Donata Mazzoni, ex direttrice dell'Opificio delle pietre dure. «Un ringraziamento a tutti, in particolare al professor Ugo Soragni che ha accettato di assumere l'incarico di direttore dei lavori - ha detto l'arcivescovo Dal Cin a margine dell'incontro -. Si tratta di un'opera di grande impegno, una delle opere fondamentali dell'arte occidentale. La stella polare che guida il comitato è garantirne la tutela per le prossime generazioni. Si potrà sapere ciò che succederà e conoscere le attività che verranno messe in atto per la conservazione dell'opera, soltanto dopo le dovute valutazioni accurate che verranno effettuate dagli esperti». Diverse le soluzioni in campo, tra cui anche quella, suggerita da molti, dello spostamento e della sostituzione con una copia, contro cui si è espresso il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. «Tutte - ha ribadito l'arcivescovo - sono ipotesi, e non è certamente compito del delegato Pontificio entrare in valutazioni puramente tecnico-scientifiche. Lo farà il comitato, lo farà la soprintendenza e il ministero raggiungendo sicuramente la migliore sintesi».

Bando alle polemiche assicura anche l'assessore alla Cultura Andrea Colasio«Sarà il comitato tecnico-scientifico a dirci cosa fare, non lo decideremo noi nè il Ministero stesso». Peccato che da Roma arrivi una risposta ben diversa. Sgarbi ha definito il comitato "Commissione Vaticano": «Il restauro del Gattamelata - afferma Sgarbi in una nota - è una questione di Stato, dello Stato italiano. Nessuna commissione che non sia nominata dallo Stato ha autorità sul restauro. L'intervento sul monumento equestre del Gattamelata dev'essere condotto attraverso la competente Soprintendenza». Per Sgarbi «la Commissione nominata dal delegato pontificio non può esprimere pareri in materia di restauro e di tutela, in quanto prerogative della Soprintendenza e del superiore ministero. Saranno gradite certamente eventuali osservazioni della commissione amatoriale, ma per il restauro di un'opera che è patrimonio dell'umanità è necessario l'intervento diretto e guidato dal soprintendente, che potrà avvalersi delle competenze dell'Istituto centrale del restauro di Roma o dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze». Opposizione anche sulla modalità della convocazione: «La Commissione, convocata in uno sgrammaticato invito, in cui è anche indicato un direttore dei lavori (quali?) - sottolinea Sgarbi - non può sostituire in alcun modo gli istituti dello Stato che hanno competenza diretta ed esclusiva. Mi riserverò di fare assistere il soprintendente Magani da tecnici di nomina ministeriale che non intendano il restauro come scorciatoia per improponibili copie del grande monumento di Donatello. Mi auguro che l'occasione sia stata tuttavia propizia per offrire ai membri della privata commissione una buona colazione a base di torresani di Torreglia e figassa», conclude.

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Il Gazzettino