La dirigente dichiara guerra ai dolci: vietato portare a scuola torte fatte in casa

La dirigente dichiara guerra ai dolci: vietato portare a scuola torte fatte in casa
VALBRENTA - Vietato portare e mangiare torte in classe, sia fatte in casa che confezionate, per festeggiare un compleanno o una festività negli otto plessi scolastici di...

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VALBRENTA - Vietato portare e mangiare torte in classe, sia fatte in casa che confezionate, per festeggiare un compleanno o una festività negli otto plessi scolastici di Valbrenta. Lo impone una circolare di Carla Carraro, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Bombieri. Un divieto sgradito ad alunni e genitori che se non sono sul piede di guerra poco ci manca. Si possono portare in classe merendine confezionate singolarmente, così caramelle e cioccolatini. Avrebbe valore di prevenzione il divieto di portare a scuola cibarie di consumo collettivo, con l’obiettivo di evitare i rischi derivanti da allergie o intolleranze alimentari e pure per l’impossibilità da parte dell’istituto di garantire la bontà dei cibi preparati a casa. Prima di firmare la circolare con il divieto la dirigente Carraro si è consultata con i tecnici dell’ufficio igiene dell’Ulss 7 e con colleghi altri istituti, trovando l’avvallo: ora potrebbe essere imitata da altri presidi.


L'ASSESSORE DONAZZAN: «SI USI IL BUONSENSO»​
L’assessore all’Istruzione e Formazione della Regione Veneto ha scritto personalmente alla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Bombieri di Valstagna (Vicenza), prendendo posizione nei confronti della circolare con cui la dirigente degli otto plessi scolastici della Valbrenta impedisce di portare da casa alimenti destinati al consumo collettivo: “Vorrei capire quale significato educativo abbia un divieto di questo tipo – sostiene l’assessore – quando invece la scuola deve diventare sempre più un momento di crescita ed integrazione, anche attraverso momenti non formali”. Il divieto ribadito con circolare scolastica vale per i panini fatti in casa, la frutta per merenda, le fette di torta cucinate dalla mamma, nonché le torte fatte in casa per feste di compleanno o occasioni speciali della vita scolastica . “Festeggiare il compleanno in classe è da sempre motivo di inclusione – osserva l’assessore regionale –. Così come raccogliere fondi attraverso la vendita di torte è evento che crea spirito di appartenenza e rafforza la partecipazione della famiglie ai problemi reali e, a volte anche materiali, della scuola. Oppure le "feste" di Natale, che hanno fatto conoscere tradizioni da condividere, senza mettere in gioco la religiosità più profonda. Tutti esempi di momenti di vita scolastica che hanno sempre avuto come protagoniste le torte, o in senso più lato, la condivisione della tavola e del cibo, non come freddo prodotto confezionato, ma in quanto frutto del tempo, sempre più prezioso, che mamme o nonne - alle volte anche i papà - dedicano ai propri bimbi e alla comunità scolastica”.


“Non mi sono noti casi di allevamento – prosegue l’assessore - e per quanto riguarda allergie e intolleranze alimentari, che sembrano essere il vero motivo del divieto dirigenziale, va detto che bambini e famiglie sono molto preparati e consapevoli dei pericoli, tanto che sempre più spesso i dolciumi sono previsti in ambiente scolastico con tutte le accortezze del caso. Del resto, analoghe precauzioni valgono anche per la mensa scolastica. Genitori e insegnanti sanno bene che la vita nella scuola non può essere diversa dalla vita fuori dalla scuola, anzi è proprio a scuola che si può vivere la dimensione comunitaria stando dentro le regole e introiettandone il significato. Regole che poi serviranno soprattutto fuori dai luoghi protetti. Invito ad affrontare il problema – conclude l’assessore - non è solo in termini di responsabilità, ma soprattutto di buon senso”.

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Il Gazzettino