VALBRENTA/ALTOPIANO. Questa estate tutti a ‘caccia’ dell’isotomo, insetto rarissimo e leggendario, con i Musei Altovicentino. L’isotomo (Isotomus...
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Nelle collezioni naturalistiche del Seminario vescovile di Vicenza è, infatti, conservato un vecchio esemplare di Isotomus speciosus, unico testimone della sua presenza in Italia raccolto nel XIX secolo, fatta eccezione per alcuni ritrovamenti sul confine triestino. Nel lontano 1854 venne raccolto ad Asiago ad opera dell’abate e celebre naturalista Francesco Disconzi, che lo citò nelle sue pubblicazioni: il Programma del Ginnasio Liceale Vescovile (1857) e l’Entomologia Vicentina (1865). Disconzi lo descrisse, quindi, ma questo insetto non venne mai più raccolto sulle montagne venete. Nella località del suo ritrovamento nel XIX secolo si sono abbattute due guerre mondiali che nella loro devastazione hanno profondamente modificato luoghi e ambienti naturali e la sua presenza non è più stata riconfermata con altri dati.
Dopo oltre 160 anni da quel primo ritrovamento, un gruppo di ricercatori ed entomologi, tra i quali i vicentini Silvano Biondi e Roberto Battiston, il veronese Alessandro Pinna e il trentino Andrea Carlin, ed altri afferenti al gruppo Entomologi Italiani, si è attivato per verificare la presenza dell’Isotomus speciosus sull’Altopiano dei Sette Comuni e sulle aree pedemontane adiacenti (Summano, Monte Grappa, ecc.). Coordinati dalla rete dei Musei Altovicentino e sotto la guida dei Musei del Canal di Brenta e del Museo Naturalistico Diadattico di Asiago, hanno avviato una serie di monitoraggi e campionamenti sul territorio. «Per stanare un animale così schivo è tuttavia necessaria la partecipazione di tutti - spiega Roberto Battiston. - Il progetto scientifico avviato dai musei vicentini mira infatti a coinvolgere escursionisti e appassionati in una ricerca collettiva sulle nostre montagne. Sarà possibile infatti fotografare gli insetti che assomigliano all’Isotomo che si vedranno posati sui tronchi degli alberi o nelle radure dell’Altipiano di qualunque altra località delle prealpi vicentine. Una volta scattata la foto, meglio se geotaggata per permettere poi successive verifiche e sopralluoghi, questa potrà essere caricata sulla pagina di Facebook di Musei Altovicentino e verrà verificata dagli studiosi e si potrà discutere con loro del ritrovamento.»
Verificare la presenza oggi di questo insetto così raro e poco conosciuto, «è di grande importanza non solo per la scienza, ma anche per il nostro patrimonio culturale - conclude Battiston. - Si tratta, infatti, di un animale profondamente legato alla storia del nostro territorio, grazie agli studi del naturalista vicentino Disconzi, che certo merita una seconda possibilità ed una controprova della sua scoperta, che potrà magari arrivare da una foto, da un’osservazione di chi vorrà diventare scienziato per un giorno e collaborare a questo importante progetto scientifico.» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino