Giro di usura: arrestata una badante filippina

Giro di usura: arrestata una badante filippina
SCHIO – Nell’ambito dell’operazione “Pecunia” di contrasto all’usura i militari della tenenza di finanza di via Maraschin alle prime luci...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SCHIO – Nell’ambito dell’operazione “Pecunia” di contrasto all’usura i militari della tenenza di finanza di via Maraschin alle prime luci dell’alba di lunedì, su ordine del sostituto procuratore della Repubblica di Vicenza Claudia Brunino, hanno perquisito in città le abitazioni di due stranieri, usurai e complici: una filippina e un bengalese, entrambi denunciati a fine giugno dalle fiamme gialle scledensi perché a fronte della concessione di un prestito di 6 mila euro erogato a fine 2016 a favore di una donna filippina, avevano incamerato 8.500 euro a titolo di soli interessi.

 

Nelle perquisizioni domiciliari di lunedì i finanzieri del capitano Stefano Lanzeni hanno rinvenuto, occultati tra gli abiti del bengalese, circa 11 mila euro in banconote dal taglio minimo da 50, preziosi e brillanti del peso complessivo di oltre 250 grammi, nonché i “libri mastri” dei prestiti concessi e degli interessi da riscuotere. Incrociando i dati rilevati dai contratti di prestito con quelli presenti negli applicativi informatici in uso al Corpo, i finanzieri scledensi hanno individuato decine di cittadini stranieri residenti nelle province di Vicenza e Padova che nel tempo si sono rivolti ai due usurai. Il modus operandi consolidato (modello “five-six” diffuso nella comunità filippina) prevedeva che a fronte della concessione di un prestito il debitore era obbligato a pagare mensilmente una quota di interessi, senza soluzione di continuità sino a quando, circostanza di difficile realizzo, l’usurato era in grado di restituire in un’unica tranche l’intera somma ottenuta.


Nel corso della perquisizione nei confronti dell’indagata filippina (negli ultimi 4 anni ha dichiarato redditi annui per poco più di 1.300 euro) che oltre a curare il giro d’usura lavorava come badante nell’abitazione di un ignaro anziano, un’ulteriore cittadina di origini asiatiche è giunta presso l’abitazione chiedendo di consegnare all’indagata delle somme di denaro. La donna, subito interrogata, ha riferito che stava fungendo da “tramite” per la consegna delle somme, conferitele da un’ulteriore cittadina filippina vittima di usura, relative al pagamento degli interessi di un prestito di 3 mila euro ricevuto nel 2015 per pagare i costi di un funerale. L’usurata al momento aveva consegnato oltre 6 mila di soli interessi. Per la palese flagranza del reato di usura la badante-usuraia filippina è stata tratta in arresto. Ieri 12 luglio è stata accompagnata in tribunale dove il gip Barbara Maria Trenti ha celebrato l’udienza di convalida. Nell’abitazione dell’arrestata sono stati rinvenuti documenti di identità da lei trattenuti in pegno per le obbligazioni contratte.
 
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino