SCHIO – Nell’ambito dell’operazione “Pecunia” di contrasto all’usura i militari della tenenza di finanza di via Maraschin alle prime luci...
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Nelle perquisizioni domiciliari di lunedì i finanzieri del capitano Stefano Lanzeni hanno rinvenuto, occultati tra gli abiti del bengalese, circa 11 mila euro in banconote dal taglio minimo da 50, preziosi e brillanti del peso complessivo di oltre 250 grammi, nonché i “libri mastri” dei prestiti concessi e degli interessi da riscuotere. Incrociando i dati rilevati dai contratti di prestito con quelli presenti negli applicativi informatici in uso al Corpo, i finanzieri scledensi hanno individuato decine di cittadini stranieri residenti nelle province di Vicenza e Padova che nel tempo si sono rivolti ai due usurai. Il modus operandi consolidato (modello “five-six” diffuso nella comunità filippina) prevedeva che a fronte della concessione di un prestito il debitore era obbligato a pagare mensilmente una quota di interessi, senza soluzione di continuità sino a quando, circostanza di difficile realizzo, l’usurato era in grado di restituire in un’unica tranche l’intera somma ottenuta.
Nel corso della perquisizione nei confronti dell’indagata filippina (negli ultimi 4 anni ha dichiarato redditi annui per poco più di 1.300 euro) che oltre a curare il giro d’usura lavorava come badante nell’abitazione di un ignaro anziano, un’ulteriore cittadina di origini asiatiche è giunta presso l’abitazione chiedendo di consegnare all’indagata delle somme di denaro. La donna, subito interrogata, ha riferito che stava fungendo da “tramite” per la consegna delle somme, conferitele da un’ulteriore cittadina filippina vittima di usura, relative al pagamento degli interessi di un prestito di 3 mila euro ricevuto nel 2015 per pagare i costi di un funerale. L’usurata al momento aveva consegnato oltre 6 mila di soli interessi. Per la palese flagranza del reato di usura la badante-usuraia filippina è stata tratta in arresto. Ieri 12 luglio è stata accompagnata in tribunale dove il gip Barbara Maria Trenti ha celebrato l’udienza di convalida. Nell’abitazione dell’arrestata sono stati rinvenuti documenti di identità da lei trattenuti in pegno per le obbligazioni contratte.
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Il Gazzettino